80 anni fa la strage di Marzabotto, per non dimenticare
Nelle stragi nazifasciste, avvenute tra marzo 1944 e maggio 1945, sono state uccise 22 mila vittime innocenti perlopiù donne, vecchi e tanti, tanti bambini. Sono trascorsi esattamente ottant’anni dalle stragi di Monte Sole per mano di truppe tedesche comandate dal maggiore Reder accompagnate da camice nere italiane che avevano seguito Mussolini a Salò. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, a Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno e Camugnano le vittime innocenti furono 1830, solo a Marzabotto 775.
Alla vigilia del ricordo delle stragi le regioni Emilia-Romagna e Toscana hanno annunciato il finanziamento del “Cammino della memoria” tra Monte Sole e Sant’Anna di Stazzema, due luoghi fondamentali per la nostra storia. Un progetto all’interno di “Liberation Route” approvato dal Consiglio europeo, che collegherà i luoghi e le storie della Seconda Guerra Mondiale, in questo caso un cammino che attraverserà le due regioni italiane e 14 comuni, lungo 180 chilometri, suddiviso in 11 tappe, che dovrà essere pronto per il 2025 in occasione degli ottant’anni dalla fine della guerra. L’impegno è quello di far conoscere la storia del ventennio fascista e a quali orrori ha portato.
Ma non è tutto rose e fiori. Mentre le celebrazioni ufficiali vedono a Marzabotto la presenza dei presidenti della Repubblica italiana e tedesca, Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier aperte con la messa officiata dall’arcivescovo di Bologna e presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, nel nostro Belpaese stanno aumentando pericolosi rigurgiti nazifascisti accompagnati da inaccettabili tentativi di negazionismo e revisionismo che trovano sponda tra esponenti delle più alte istituzioni che appoggiano associazioni che, senza pudore, si dichiarano apertamente fasciste, fasciste del terzo millennio.
Grazie a queste protezioni vengono tollerate nonostante che l’apologia di fascismo sia vietata e condannata da una legge penale, ma non solo, recentemente Casapound e Forza Nuova hanno chiesto che all’ANPI venga tolto il finanziamento pubblico. L’Associazione, nata alla fine della guerra, composta da partigiani che avevano contribuito a liberare l’Italia dal nazifascismo e alla nascita della democrazia, oggi comprende 153.000 iscritti tra questi molti giovani che portano avanti i principi della Costituzione Italiana.
Questi fascisti del terzo millennio se ne dovranno fare una ragione: siamo una Repubblica nata dalla Resistenza. Chi ha fatto la lotta di Liberazione ha contribuito alla nascita dell’Italia democratica.
Fonte: Articolo 21
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