Toscana, inchiesta “Calatruria”: arriva la prima condanna ma decade l’aggravante del metodo mafioso
La prima sentenza legata al processo “Calatruria”, un’indagine che si lega strettamente al processo “Keu”, che ha condannato con il rito abbreviato l’imprenditore Graziano Cantini, titolare dell’azienda “Cantini Marino srl” a oltre 5 anni di reclusione per i reati di associazione a delinquere, illecita concorrenza ed estorisione, ha fatto cadere l’aggravante del metodo mafioso per lui e gli altri 10 imputati rinviati a giudizio.
Una decisione che nel caso specifico dell’imprenditore mugellese, conferma la gravità degli atti a lui imputati, rimandando al giudizio del processo in forma ordinaria altre 10 persone, tra i quali ci sono persone già rinviate a giudizio anche all’interno del processo Keu.
Il non riconoscimento dell’aggravante del metodo mafioso, se da un lato alleggerisce la personale vicende degli imputati, essendo alcuni di loro noti per essere legati a ‘ndrine calabresi da molti anni, testimonia di una modalità di vivere l’attività imprenditoriale con la mentalità di chi, pur di arrivare ad un profitto economico, è disposto a non rispettare le leggi e le regole che disciplinano la vita economica e sociale del nostro paese.
Persone che svolgono l’attività imprenditoriale nei nostri territori e che vivono in Toscana da molti anni e che attraverso forme di illegalità perseguono un proprio personale arricchimento facendo ammalare un sistema economico composto nella maggioranza dei casi da imprenditori onesti e rispettosi delle regole.
Le sentenze non si discutono anche e soprattutto perchè riguardano vicende personali e atti dei quali non siamo a conoscenza. Continueremo a seguire gli sviluppi sia del processo “Calatruria” che inizierà a Pisa nei prossimi mesi, sia del processo “Keu” nel quale Libera si è costituita parte civile e che vedrà la prossima udienza preliminare tenersi il 17 ottobre.
Resta però un aspetto di fondo che anche questa prima sentenza di condanna, l’ulteriore rinvio a giudizio di 10 persone nel cado dell’indagine “Calatruria” e anche il processo Keu che ancora non è entrato nel vivo del dibattimento, stanno a dimostrare: quella di come nel mondo imprenditoriale della nostra Toscana, ci siano atteggiamenti e comportamenti che pur di arrivare all’obiettivo di un personale arricchimento, si sia disposti a non rispettare le norme che regolamentano il mercato e a perseguire le strade dell’illegalità.
Sia attraverso forme di intimidazione e minacce come risulta dal processo “Calatruria”, sia attraverso lo sversamento di sostanze velenose come il Keu, materiale derivante dalla lavorazione delle pelli, nei sottofondi delle nostre strade e di altri edifici e luoghi, con il grande rischio di contaminare le falde acquifere, come si sta accertando nel processo in corso al Tribunale di Firenze.
Il fatto che alcuni degli imputati siano da molto tempo legate a ‘ndrine importanti della Calabria e che vivano qui nella nostra Toscana da molti anni, ci deve spingere ad aprire gli occhi, soprattutto da parte del mondo imprenditoriale, a capire i rischi che la nostra economia sta vivendo.
Se da un lato non si ritiene perseguibile l’aggravante mafiosa come associazione a delinquere da un punto di vista giuridico, non viene meno la mentalità con cui queste persone, diventate imprenditori del nostro territorio, si muovono in Toscana.
È un percorso educativo e sociale che Libera intende continuare a portare avanti nelle scuole, nella società, tra i cittadini, nel mondo della politica locale consapevoli che questo modo di agire nel mondo economico non puo’ che condizionare in modo negativo al vita di tutti.
Ringraziamo ancora una volta le forze dell’ordine, la magistratura che ci aiutano a tenere gli occhi aperti e ad agire come cittadinanza attiva perchè anche in economia, come nella politica e in ogni aspetto della società prevalga l’etica dell’interesse e del bene pubblico visto come un bene superiore all’interesse privato.
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
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Libera Toscana seguirà passo dopo passo tutte le fasi processuali dell’inchiesta Keu
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