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“Liberi di sentire”. Silvia e gli altri “nuovi sordi”. Ma la politica ha voglia di ascoltare?

Nando dalla Chiesa il . Cultura, Diritti, Giovani, Istituzioni, Politica, Salute

Ogni tanto capita. Qualcuna o qualcuno che hai conosciuto nell’infanzia, hai rivisto nell’adolescenza e poi ritrovi mentre si batte per qualche nobile causa a te sconosciuta. Diventando d’improvviso oggetto della tua ammirazione.

Mi è accaduto con Silvia. La conobbi neonata tra la felicità dei genitori, tanti anni fa. Una bella bambina che crescendo presentava qualche piccolo problema. Una forma di autismo, si sospettava. Finché, verso i quattro anni, venne diagnosticato un problema di udito. Ricordo il padre, esperto di sanità, cercare i luoghi e le persone che l’avrebbero potuta meglio curare.

Un giorno riconobbi Silvia nel giovane pubblico che seguiva dei corsi di formazione sulla mafia promossi da Libera in una parrocchia del centro di Milano. Prendeva appunti come tutti. Ora ho però ritrovato il suo nome, proprio lei, Silvia Vicario, raccontare su un quotidiano la battaglia condotta con alcuni giovani in difesa dei “nuovi sordi”. E l’ho cercata.

“Chi siamo?”, mi chiede. “Siamo dei diversamente sordi. Diversi cioè dai sordi come la gente se li immagina. Vedi, tutti o quasi pensano che i sordi siano solo quelli che comunicano con la lingua dei segni. Hai presenti quei convegni in cui al lato dell’oratore ufficiale viene messo qualcuno a far da interprete per i non udenti e che parla gesticolando? Ecco, si parte dall’idea che i sordi siano tutti così. Quelli che noi chiamiamo sordi segnanti. Poi però ci sono i sordi “labio-lettori”, ossia quelli che capiscono le parole dai movimenti delle labbra. Infine ci sono i sordi emancipati, ai quali basta un ausilio tecnico per sentire e capire tutto. Noi li chiamiamo “nuovi sordi”, nel senso che fanno una vita normale, sentendo e parlando perfettamente. E questo lo devono al fatto di essere stati “presi per tempo” da centri audiologici e avervi ricevuto trattamenti specialistici. Perché il problema è come nel tempo si plasma non l’orecchio ma il cervello, che deve essere predisposto a ricevere in ascolto. Io ad esempio ho avuto la diagnosi a 4 anni, e poi ho recuperato tutto grazie a una protesi e a un trattamento riabilitativo, per il quale non finirò mai di ringraziare soprattutto un dottore, citalo per favore, si chiama Sandro Burdo”.

Ecco, la notizia che ci porta oltre la scienza è che Silvia e alcuni suoi “colleghi” diventati amici sono impegnati ora in una associazione che si chiama “Liberi di sentire”, fondata nel 2013 da medici e genitori, e di cui adesso si sono presi la responsabilità, forti della loro esperienza  e della loro passione.

Silvia, laureata in biotecnologie molecolari e bioinformatica, è responsabile per il web e per l’informatica (“ma un po’ anche per la comunicazione”). L’obiettivo è di aiutare a prevenire le forme di sordità più gravi. “La sordità si può sconfiggere. Il problema è realizzare centri audiologici qualificati. Sul territorio nazionale sono troppo pochi. E invece occorrono diagnosi tempestive e trattamenti specialistici di livello. Ma naturalmente questo è un problema politico, perché si tratta di decidere la direzione degli investimenti, mica ci possiamo presentare singolarmente nelle singole strutture a rappresentare i nostri problemi. Occorre una forma più moderna di rappresentanza politica, anche all’interno dell’Ente Nazionale Sordi. Per questo abbiamo appena fatto un convegno nazionale ma, senza volere polemizzare, nessun esponente della destra, tra quelli annunciati, si è presentato”.

Silvia, David, Giorgia, Giulia, Marco, Melissa (la presidente): sono il direttivo di “Liberi di sentire”. Ricordiamoci di loro, piccolo ma importante segmento di un mondo che partecipa e chiede attenzione, anche se non hanno un potere di veto e di voto paragonabile a quello dei famosissimi balneari.

Possono solo contare sulle proprie ragioni. Che però sono sacrosante. Le riassumono in una parola desueta ma in bocca loro efficacissima: emancipazione.

 Il Fatto Quotidiano, Storie Italiane, 23/09/2024

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