Giancarlo Siani fu ucciso 39 anni fa a Napoli. Studiava la camorra e la raccontava
Se anche altri avessero fatto lo stesso forse non sarebbe stato ucciso, dice il nipote. Le iniziative della Fondazione. La storia su Ossigeno-Cercavano la verità
Giancarlo Siani avrebbe compiuto 65 anni quest’anno, il 19 settembre 2024, ma la camorra lo uccise quattro giorni dopo il suo ventiseiesimo compleanno, il 23 settembre 1985.
Come corrispondente da Torre Annunziata, il giornalista aveva svelato sulle pagine del quotidiano Il Mattino di Napoli i rapporti della camorra con la mafia siciliana, raccontava i contrasti fra i clan, gli affari con l’imprenditoria e gli intrecci con la politica collusa. Verità sconvolgenti per l’epoca. Per questo fu ucciso la sera di trentanove anni fa, come anni dopo accertato dalle indagini e stabilito dalle sentenze.
Chi era
La storia di Giancarlo è ricostruita da Ossigeno sul sito “Cercavano la verità” (leggi) dedicato ai trenta giornalisti uccisi da mafie, terrorismo e in zone di crisi. Su www.giornalistiuccisi.it, oltre all’iter giudiziario che ha portato a scoprire e condannare i responsabili dell’omicidio, sono presenti immagini, testimonianze, una ricca bibliografia e alcuni suoi articoli.
Giancarlo era un ragazzo vivace, brillante: amava la vita e la musica; era tifoso del Napoli e allenava una squadra di pallavolo. Era un giovane cronista che faceva bene il suo lavoro. Era un pubblicista, aveva un lavoro precario, attendeva di essere assunto con un contratto stabile dal suo giornale. Non se ne stava dietro la scrivania in attesa delle notizie, consumava le suole delle scarpe per cercare le notizie.
Il ricordo
“Per raccontare la camorra si mise a studiarla”, ha raccontato a Ossigeno il nipote Gianmario Siani, presidente della Fondazione a lui dedicata. Lo ha detto al convegno di Ossigeno promosso in memoria dei giornalisti uccisi in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa (vedi il video). “Questa – ha detto – è la sua lezione: per andare a fondo alle notizie bisogna studiare e capire. Se altri, come lui, avessero studiato e capito le dinamiche criminali che si stavano diffondendo a Napoli e in provincia in quelli stessi anni in cui lo faceva Giancarlo, probabilmente oggi non staremmo qui a ricordare che lo hanno ucciso”.
La camorra lo uccise per metterlo a tacere. Ma oggi le inchieste di Giancarlo Siani e il suo modo di fare giornalismo parlano ancora, insegnano qualcosa a tantissime persone, soprattutto ai più giovani. “La più grande vittoria di Giancarlo – ha detto Gianmario Siani – è questa: oggi tantissimi giornalisti ci scrivono dicendo ho deciso di fare il giornalista come lo faceva Siani”.
Le iniziative della Fondazione
La Fondazione Giancarlo Siani, come ogni anno, promuove una serie di iniziative a lui dedicate. In particolare, il 19 settembre si è svolto “Buon compleanno Giancà”, momento di ricordo nei pressi dello spiazzo antistante la sede de Il Mattino al Centro Direzionale di Napoli.
Il 23 settembre, il giorno dell’anniversario, alle 11:30, è prevista l’inaugurazione della “Sala della Mehari di Giancarlo Siani – Sala della Memoria” a Villa Bruno a San Giorgio a Cremano. A chiudere il calendario di incontri, il 24 settembre, la cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso dedicato a Giancarlo, nel Liceo Vico di Napoli, lo stesso che Giancarlo ha frequentato.
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