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A Saint-Pierre la conferenza sulla ‘ndrangheta in Valle d’Aosta organizzata dal Consiglio regionale

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“L’espansione mafiosa è la cartina al tornasole delle criticità di un territorio”

Si è tenuta il 20 settembre, presso il castello Sarriod de la Tour di Saint-Pierre, la conferenza La conquista mafiosa del Belpaese e dell’Europa: fra inconsapevolezza e indifferenzaorganizzato dall’Osservatorio regionale sulla legalità e criminalità organizzata e di tipo mafioso istituito presso il Consiglio Valle, in collaborazione con il Comune di Saint-Pierre.

L’evento, moderato dalla giornalista Rai Francesca Jaccod, è stato introdotto dal Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, e dal sindaco di Saint-Pierre, Andrea Barmaz.

Relatori della conferenza Enzo Ciconte, storico delle mafie e componente del Comitato tecnico dell’Osservatorio regionale antimafia, Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, e Joselle Dagnes, professoressa associata di sociologia economica presso l’Università di Torino.

“Sin dalle origini i mafiosi cercano due cose: denaro e potere. Radicarsi al Nord è una conseguenza. Non si sono presentati con i kalashnikov, ma con le proprie famiglie, si sono inseriti nella società, hanno preso la residenza e si sono messi a votare – ha dichiarato il professor Enzo Ciconte – La ‘ndrangheta ha sempre preferito le piccole realtà, quelle con poche migliaia di abitanti. Il controllo del territorio deve essere visibile, tutti devono sapere chi sei. Il mafioso per essere tale deve essere riconosciuto. Ecco perché la penetrazione della criminalità organizzata al Nord ha avuto bisogno di complicità. Un meccanismo che è stato riprodotto anche nel resto d’Europa”.

“Se analizziamo la storia del radicamento mafioso in un territorio, osserviamo fattori di contesto (sociali, politici ed economici)  che rappresentano elementi di criticità e debolezza. L’espansione mafiosa è pertanto la cartina al tornasole di alcuni assetti disfunzionali di un territorio – ha osservato la professoressa Joselle Dagnes – Ci sono molto spesso elementi di indifferenza, in Italia come in alcuni Paesi d’Europa, quali Francia e Svizzera, ma anche di convenienza, come Malta e i Paesi del Benelux, in cui il flusso di capitali viene accolto positivamente, senza curarsi della loro origine”.

“Nonostante mafie e corruzione siano due enormi minacce per la democrazia, non sono temi in cima all’agenda politica e all’interesse dei media. Né in Italia, né in Europa – ha sottolineato Pierpaolo Romani – La complicità di interessi e le apparenti opportunità che le mafie offrono (di investimento e/o di sostegno elettorale) sono tra i principali alert a cui un Ente locale deve fare attenzione. Ma non sono gli unici. Quali sono le aziende che operano sul territorio? Chi sono gli operai impiegati nei cantieri? Da dove arrivano i materiali che utilizzano? Qual è la provenienza del denaro che viene riversato su un territorio? Talvolta c’è indifferenza, altre volte inconsapevolezza, ma esistono anche soggetti che riconoscono i mafiosi e pensano di poterli ‘gestire’. Un errore enorme”.

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Saint Pierre (Aosta) 20/9: “La conquista mafiosa del Belpaese e dell’Europa: fra inconsapevolezza e indifferenza”

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