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Delittuosità 2023/2024: i dati sui reati tra apparenza e realtà

Piero Innocenti il . Criminalità, Dai territori, Economia, Forze dell'Ordine, Istituzioni, Politica, SIcurezza, Società

Torno a scrivere sul tema della sicurezza pubblica, consapevole del rischio concreto di essere ripetitivo, forse monotono, dopo aver sbirciato i dati sulla delittuosità in Italia nel 2023 e nei primi sei mesi del 2024 (1.121.866 i delitti denunciati, dato non stabilizzato) forniti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza in esclusiva al Sole24Ore del lunedì scorso.

Sono stati 2.341.574 i delitti denunciati dai cittadini alle forze di polizia che rappresentano quella che Maurizio Fiasco, noto sociologo, ha sempre indicato come la delittuosità “apparente”, quella cioè che “appare”, si manifesta grazie alle denunce fatte dai cittadini, per distinguerla da quella “reale” che include la “cifra oscura” dei delitti commessi ma che non vengono denunciati per vari motivi (“tanto non cambia nulla” è il triste commento che si sente fare da diversi cittadini).

Rispetto al biennio 2022/2023 si è registrato un incremento del 3,8% sui delitti denunciati di cui il 47,4% nei capoluoghi con in testa Roma (256.832 delitti), Milano (230.394) e Firenze (59.953).

Immancabili le polemiche politiche che sono seguite, su tutte quella su Milano “capitale della paura” con numeri importanti sui furti in generale (124.480), su quelli con destrezza (29.319), negli esercizi commerciali (9.356).

Attribuire, tuttavia, la responsabilità della sicurezza pubblica ai sindaci è fuorviante perché questa funzione compete alle autorità di pubblica sicurezza che sono, in ciascuna provincia, il Prefetto e il Questore, il primo responsabile sul piano politico-amministrativo, il secondo sul piano tecnico-operativo nella fase coordina mentale delle forze di polizia.

È anche fuorviante sostenere che siamo il paese più sicuro di dieci anni fa (Felice Romano, segretario nazionale del SIULP), perché lo scenario criminale quotidiano è davvero preoccupante sei si guarda soltanto ai numerosi episodi di accoltellamenti, mentre è ancora senza risposta la domanda che poneva la Commissione parlamentare antimafia nella sua relazione conclusiva del febbraio 2018, approvata all’unanimità, di come era stato possibile per il nostro paese, tra quelli civili occidentali, essere diventato quello “più appetibile per i delinquenti”.

Sbirciando tra i dati pubblicati, fa un certo effetto vedere nella classifica nazionale Venezia, al nono posto, meno sicura di città come Napoli e Palermo, e addirittura al secondo posto in Italia per i furti con destrezza così come non può che destare stupore il particolare che la ”tranquilla” Isernia occupi il primo posto in tema di estorsioni con 32,8 casi ogni 100mila abitanti seguita dalla “effervescente” Rimini con 30,6 casi (Rimini nella classifica nazionale sta addirittura al quarto posto con 6.002 delitti denunciati ogni 100mila abitanti).

In aumento anche alcune tipologie di delitti nel 2024 come i furti con destrezza aumentati a 70.434 (erano stati 67.890 nel 2019), le rapine (13.840 a fronte delle 12.308 del 2019), le rapine in strada (dalle 6.479 alle 8.030), i danneggiamenti (da 136.508 a 144.195), le percosse (da 7.004 a 8.129), le truffe e frodi informatiche (una vera piaga) da 106.276 a 133.882.

Tutti invocano più poliziotti e carabinieri in strada per aumentare il controllo del territorio e, quindi, la prevenzione generale, ma se non si adegua la legislazione penale e processuale ai mutati scenari criminali degli ultimi anni la situazione è destinata a peggiorare.

Info: https://lab24.ilsole24ore.com/indice-della-criminalita/

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