“Lasciateci il nostro Don Giuliano!”
“Aiutiamo don Giuliano per farlo rimanere nelle nostre comunità”. È questo l’invito arrivato durante l’ultimo dei tre eventi organizzati dal parroco, dal gruppo di giovani della unità pastorale di San Martino e Beverare, accompagnati da don Giuliano Zattarin, che la prossima settimana celebrerà le ultime messe per salutare la collettività con cui ha condiviso anni di cammino.
Don Giuliano è e sarà un punto di riferimento per le comunità laiche e cristiane del Polesine, al di là dei confini parrocchiali perché, come ha dimostrato anche in questo weekend di eventi civici, la sua missione è quella di “scuotere la coscienze” come ha ricordato più volte don Luigi Ciotti, tra gli ospiti della giornata, sia nella mattinata per la celebrazione, sia durante la manifestazione intitolata “Pensare il tempo, vivere nella storia” che ha visto la partecipazione, il venerdì sera, della compagnia Proposta Teatro Collettivo per celebrare la figura di Giacomo Matteotti e il sabato sera di Giancarlo Caselli, Ivana Monti, Massimo Caponnetto.
Infine, la grande festa finale di questi eventi si è tenuta la domenica con “Essere marziani nel nostro tempo”, sin dalla mattina, con don Ciotti, per poi passare al tardo pomeriggio sempre con il sacerdote che lotta contro la mafia e le ingiustizie del Paese, il magistrato Caselli, Carlo Lucarelli e Pif, accompagnati alla chitarra da Cristiano Gallian.
“Che Dio ci prenda a pedate – ha detto don Ciotti – perché abbiamo bisogno che si sviluppi in noi e soprattutto nelle comunità cristiane una coscienza critica. Come ha detto Papa Francesco: i cristiani devono sporcarsi le mani. Questo ha fatto anche don Giuliano che, nel tempo, ha unito la terra con il cielo. Quanto a noi, diventiamo tutti malati di pace per contrastare il mondo che va in tutt’altra direzione, mentre la legge 185 in Italia non viene rispettata. Tacere, oggi, è una colpa”.
“Se dovessi incontrare un marziano – ha aggiunto il magistrato Caselli – io gli parlerei della giustizia sociale e di come oggi ci si trovi davanti a errori che impediscono alla magistratura di fare il proprio lavoro per l’ingerenza della politica, come si è visto nel recente passato e come stiamo vedendo in questi giorni in cui al ministro Matteo Salvini, indagato e in attesa di processo, viene mostrata piena solidarietà e fiducia da parte del capo del governo, Giorgia Meloni. Il profilo è quello di rifiutare il processo, ma la magistratura deve lavorare in piena libertà”.
“Io mi sento spesso un marziano – ha aggiunto Lucarelli – e come marziano ho paura di certe cose del presente, proiettate verso il futuro. In particolare, temo per le mie figlie, in un mondo violento. In Emilia Romagna esiste la Fondazione per le vittime di reato in cui opero anche io e mi trovo davanti, al 90%, a vittime che sono donne o bambini. La fiducia è solo nelle nuove generazioni”. Pif, conducendo la serata, ha così detto: “Don Giuliano ci chiama tutti a rapporto, almeno una volta all’anno. Penso quasi di volerlo come manager. Io avrò fiducia nell’umanità fintantoché non ci saranno tutte le auto a occupare la corsia emergenziale in autostrada, anche se a Palermo, in realtà, succede già”.
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