“L’inferno ammobiliato”, ovvero la mia Calabria tra memoria e ‘ndrangheta
Per gentile concessione dell’autrice, pubblichiamo un abstract dal nuovo libro di Anna Sergi intitolato “L’INFERNO AMMOBILIATO. Di ‘ndrangheta, di memoria e di Calabria”, recentemente pubblicato da Blok dove i ricordi personali si intrecciano con il successivo percorso professionale.
Dallo studio dei fenomeni mafiosi, in particolare proprio della ‘ndrangheta e delle sue proiezioni nazionali ed internazionali, nasce così la possibilità di offrire uno spaccato della società calabrese che è molto più complessa da decifrare e non può essere soltanto ridotta al mero dato criminale.
Come scrive Enzo Ciconte nella prefazione, Anna Sergi “fornisce risposte non scontate, che sfidano stereotipi e visioni correnti”.
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Questa cosa
Un giorno mi ha colpito – e me ne sono immediatamente dimenticata – che conoscessi il significato della parola mafia. Sapevo cos’era questa cosa.
Avete presente quella sensazione che si prova quando si è stati circondati dalla bruttezza per così tanto tempo che a un certo punto questa si tramuta in bellezza? O la sensazione che si prova quando ci si rende conto di essere stati sott’acqua abbastanza a lungo che annegare assomiglia a respirare affannosamente e si riesce a malapena a capire la differenza? Ecco, parlo di quel tipo di consapevolezza. Improvvisa e impossibile da ignorare.
Vorrei riuscire a ricordare la prima volta che ho sentito la parola mafia. Se potessi, probabilmente sarei in grado di scrollarmi di dosso la sensazione di esserci nata attorno, dentro, a stretta vicinanza. In qualche modo ho respirato la bruttezza, credo, e l’ho trasformata non so come in bellezza normalizzata. Perché un bambino, qualsiasi bambino, deve credere nella bellezza. Io l’ho fatto sicuramente.
Ricordo, e vedo oggi, la bellezza di dove sono cresciuta.
La Calabria è splendida, lo dico sempre, lo dico a chiunque ne parli e non c’è mai stato. Ma è proprio vero? È sempre vero? È sempre stato vero? A un certo punto, ho dovuto aprire gli occhi e dare i nomi alle cose anche io. E no, non era e non è sempre vero che la Calabria è splendida. Eppure si può sempre creare una sorta di relazione anche con ciò che è brutto, incolto, grezzo.
Vorrei essere in grado di ricordare la prima volta che mi sono resa conto che ’ndrangheta significa mafia e che le due parole sono intercambiabili.
Non ricordo nessuno che me lo abbia spiegato, ma sicuramente mio padre – anche per il suo lavoro da giornalista – ha avuto un ruolo particolare in quel meraviglioso processo che la bambina che ero ha affrontato nell’imparare questa cosa complessa. Tutto ciò che ricordo, infatti, è una sensazione di disagio che mi pervadeva – ero ancora troppo piccola per dare un senso a qualcosa da sola – quando sentivo questa parola detta attorno a lui, o da lui.
Cos’è, papà, la ’ndrangheta? È la mafia. Per anni, quelle parole, mafia o ’ndrangheta, una sorta di massa informe nella mia testa, significavano che papà era in procinto di andare via per lavoro. Non andava lontano, intendiamoci, solo un paio di centinaia di chilometri a sud della regione, eppure spesso mancava per giorni.
Questa cosa, mafia o ’ndrangheta che fosse, non era una cosa bella, era qualcosa che si vedeva o di cui si parlava spesso in Tv, per qualche storia di omicidio o di violenza, ed era una cosa che teneva mio padre in macchina e lo faceva scrivere sul giornale di cose macabre che accadevano da qualche parte in Calabria, spesso – in quegli anni – vicino a dove stavano i nonni, in montagna, giù vicino a Reggio.
Ma che cos’era questa cosa? Come ho imparato cos’è stata? Come l’ho realizzato? E soprattutto, perché è importante adesso ripensarci?
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Abstract: Anna Sergi, “L’INFERNO AMMOBILIATO. Di ‘ndrangheta, di memoria e di Calabria”, Blonk, Pavia 2024
L’autrice
Anna Sergi è professoressa ordinaria di criminologia all’Università di Essex, nel Regno Unito. Calabrese di origine, laureata in giurisprudenza all’Alma Mater Studiorum di Bologna, ha poi conseguito il dottorato di ricerca in sociologia all’Università di Essex nel 2014. Ha pubblicato diverse monografie, libri e articoli scientifici in inglese e in italiano per riviste internazionali, su temi relativi alla ‘ndrangheta, la mafia calabrese, in Italia e all’estero, sul traffico di cocaina nei porti marittimi e sul rapporto tra mafia e potere.
L’inferno ammobiliato. Di ‘ndrangheta, di memoria e di Calabria
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