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L’Espresso, redazione in sciopero: il Direttore Carelli fa uscire il giornale da solo

Redazione il . Brevi, Diritti, Informazione, Lavoro, Politica

Consiglio di amministrazione e Direttore dell’Espresso sono al lavoro per far uscire il settimanale venerdì 6 settembre. Nonostante l’intera redazione, 22 giornalisti, sia in sciopero. Una situazione inedita nella quale il Direttore Emilio Carelli sta utilizzando persone estranee alla redazione. Federazione della Stampa e Associazione Stampa Romana sono al fianco dei giornalisti dell’Espresso.

Lo sciopero è stato proclamato il 2 settembre per martedì 3 per le seguenti cause: mancati rinnovi dei contratti a termine, assenza di un piano editoriale, massiccio utilizzo di collaboratori esterni, confusione per lo sviluppo sul web e giudizio sprezzante sulla redazione, definita “sovradimensionata” e “sproporzionata”. Il martedì è solitamente il giorno di chiusura delle pagine. Cda e Direzione hanno fatto sapere che avrebbero spostato la chiusura a mercoledì e la redazione ha scioperato anche mercoledì. Il Cdr aveva da tempo a disposizione un pacchetto di 5 giorni di astensione dal lavoro.

Giornalismo indipendente

“I redattori de L’Espresso, riuniti in assemblea -si legge in un comunicato- denunciano il tentativo dell’editore di far uscire il giornale mentre è in atto uno sciopero della redazione. Un grave attacco al diritto di sciopero sancito dalla Costituzione, che configura i profili di un’azione antisindacale. Il tentativo è ancora più grave in quanto espressione di una concezione delle relazioni sindacali del tutto estranea alla storia e alle tradizioni de L’Espresso, testata che si è sempre battuta per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per la democrazia nei luoghi di lavoro. L’assemblea dei redattori de L’Espresso continua la sua battaglia per un giornalismo libero e democratico, per relazioni sindacali improntate al rispetto reciproco e difenderà in ogni forma possibile i diritti dei giornalisti e di un giornalismo indipendente, da diverso tempo sempre più sotto attacco da parte dei centri di potere economico e politico”.

Piano editoriale

Sul sito Cda e Direzione avevano risposto alla proclamazione dello sciopero, evidenziando “l’impegno dell’Editore, non solo economico, a tutela della testata; lo sforzo finanziario già apportato e reiterato nel budget per il sostegno futuro del giornale; il processo di risanamento aziendale in corso per garantire la corretta gestione e tenuta della Testata. Sul piano del merito è principio incontestabile che i contratti a termine, in virtù della loro natura ‘a termine’, non comportano nessun obbligo di rinnovo. Le preoccupazioni dei giornalisti infatti non trovano nessuna motivazione e giustificazione: il piano editoriale è stato declinato dal direttore, già nel primo incontro con la redazione, nel corso del quale sono state rappresentare le novità volte a migliorare l’identità del settimanale ed un nuovo corso editoriale; nessuna confusione è rinvenibile nel web, anzi è piuttosto concreta la determinazione dell’editore di puntare sullo sviluppo del digitale. In nessuna occasione si è accennato ad una sproporzione della redazione, viceversa si è sempre fatto riferimento al costo del lavoro in relazione al fatturato. In questo contesto appare del tutto incomprensibile e immotivata la proclamazione di una giornata di sciopero e molto grave nonché contraria alla natura stessa dello sciopero, la dichiarazione di voler impedire l’uscita del prossimo numero del giornale”. Secondo proprietà e Direzione questa decisione redazionale danneggia “tutti gli sforzi fatti in queste settimane con apprezzabili risultati ed un significativo aumento delle vendite”. Quindi l’annuncio che il Cda “ritiene di dover garantire la regolare uscita del giornale e ha quindi deciso di spostare la chiusura di questo numero a mercoledì sera, consentendo così nella giornata di mercoledì di completare le operazioni di titolazione e impaginazione, nel rispetto del diritto allo sciopero, seppur non condivisibile nelle motivazioni e negli obiettivi”.

Amministratore delegato

L’Espresso nel marzo 2022 è stato ceduto dal Gruppo Gedi di John Elkann a Bfc Media, controllato da Danilo Iervolino, fondatore dell’Università telematica Pegaso e proprietario della Salernitana calcio. Alessandro Mauro Rossi è Direttore dal dicembre 2022 (al posto di Lirio Abbate) fino al gennaio 2024. Nel dicembre 2023 Iervolino cede la testata a Donato Ammaturo, titolare della società petrolifera Ludoil, che nomina il giornalista Emilio Carelli Amministratore delegato del Gruppo Espresso ed Enrico Bellavia, che era Vicedirettore, Direttore. Nel maggio 2024 Carelli diventa Direttore.

L’Espresso è stato fondato nel 1955 da Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari. E’ stato per molti decenni punto di riferimento del giornalismo d’inchiesta italiano.

Professione Reporter


L’Espresso, la denuncia dei giornalisti: «L’editore tenta di far uscire il giornale mentre è in atto uno sciopero»

Si tratta di «un grave attacco ad un diritto sancito dalla Costituzione, che configura i profili di un’azione antisindacale», scrivono i redattori riuniti in assemblea martedì 3 settembre 2024, all’indomani della prima giornata di astensione dal lavoro del pacchetto di 5 affidate al Cdr.

I redattori de L’Espresso, riuniti in assemblea, «denunciano il tentativo dell’editore di far uscire il giornale mentre è in atto uno sciopero della redazione. Un grave attacco al diritto di sciopero sancito dalla Costituzione, che configura i profili di un’azione antisindacale», scrivono i giornalisti in una nota diffusa mercoledì 4 settembre 2024, all’indomani della prima giornata di astensione dal lavoro del pacchetto di 5 affidate al Cdr.

«Il tentativo – proseguono – è ancora più grave in quanto espressione di una concezione delle relazioni sindacali del tutto estranea alla storia e alle tradizioni de L’Espresso, testata che si è sempre battuta per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per la democrazia nei luoghi di lavoro».

L’assemblea dei redattori de L’Espresso «continua la sua battaglia per un giornalismo libero e democratico, per relazioni sindacali improntate al rispetto reciproco e difenderà in ogni forma possibile i diritti dei giornalisti e di un giornalismo indipendente, da diverso tempo – concludono i lavoratori – sempre più sotto attacco da parte dei centri di potere economico e politico».

@fnsisocial


Il CdA de L’Espresso Media SpA e il Direttore Carelli respingono le accuse mosse dal comunicato del 2/09/2024 del CdR, ritenendole infondate e strumentali.

Milano, Roma 03/09/2024 – Il CdA e il Direttore Responsabile de L’Espresso Media S.p.A., irritualmente chiamati in causa in modo congiunto dal comunicato di ieri 2 settembre 2024 del Cdr del giornale, respingono le infondate illazioni, mosse dall’assemblea dei giornalisti e, di contro, intendono evidenziare: l’impegno dell’Editore, non solo economico, a tutela della testata; lo sforzo finanziario già apportato e reiterato nel budget per il sostegno futuro del giornale; il processo di risanamento aziendale in corso per garantire la corretta gestione e tenuta della Testata.

Sul piano del merito è principio incontestabile che i contratti a termine, in virtù della loro natura “a termine”, non comportano nessun obbligo di rinnovo, peraltro proprio nel piano di riassetto, l’azienda non ha prospettato nuove assunzioni garantendo l’attuale assetto di organigramma.

Sono invece i toni del comunicato a generare “forte preoccupazione”, in quanto inappropriati, ultronei e strumentali. Le preoccupazioni dei giornalisti infatti non trovano nessuna motivazione e giustificazione: il piano editoriale è stato declinato dal direttore, già nel primo incontro con la redazione, nel corso del quale sono state rappresentare le novità volte a migliorare l’identità del settimanale ed un nuovo corso editoriale; nessuna confusione è rinvenibile nel web, anzi è piuttosto concreta la determinazione dell’editore di puntare sullo sviluppo del digitale e ciò che viene appellata come “confusione” è invece il processo di una necessaria riorganizzazione di un servizio che presenta molti margini di miglioramento e che necessita, ancora, di ulteriori importanti cambiamenti; in nessuna occasione si è accennato ad una sproporzione della redazione, viceversa si è sempre fatto riferimento al costo del lavoro in relazione al fatturato.

Per quanto concerne la direzione della testata l’avvicendamento tra direttori non ha avuto impatti negativi o creato disequilibrio gestionale come dimostra anche l’apprezzamento dei lettori. In questo contesto appare del tutto incomprensibile e immotivata la proclamazione di una giornata di sciopero e molto grave nonché contraria alla natura stessa dello sciopero, la dichiarazione di voler impedire l’uscita del prossimo numero del giornale. Tale fatto prorompente ha una qualificazione pregiudizievole e di danno nonché di edulcorazione di tutti gli sforzi fatti in queste settimane con apprezzabili risultati ed un significativo aumento delle vendite.

A questo proposito, al fine proprio di salvaguardare tutti gli sforzi messi in campo dell’Editore, il CdA ritiene di dover garantire la regolare uscita del giornale, ed ha quindi deciso di spostare la chiusura di questo numero a mercoledì sera, consentendo così nella giornata di mercoledì di completare le operazioni di titolazione e impaginazione, nel rispetto del diritto allo sciopero, seppur non condivisibile nelle motivazioni e negli obiettivi.

Il Presidente Gianluca Ianuario
Il Direttore Emilio Carelli

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