“Uniti contro le mafie. No all’autonomia differenziata” sullo striscione di Maiano
Comprendi il senso negativo della legge sull’autonomia differenziata se scendi alla fermata della stazione ferroviaria di Sessa Aurunca per andare a sbirciare nel raduno nazionale dei giovani di Libera che si tiene a Maiano, una frazione incastrata tra Lazio e Campania, dove le utopie e i valori contano.
E infatti è lì che si trova la fattoria confiscata alla criminalità organizzata su cui è nata l’idea “Al di là dei sogni”. Quest’anno ha ospitato dibattiti sulla legalità, sulla storia del luogo e il lavoro della cooperativa nell’ambito di un piano più ampio e ambizioso di rinascita del territorio.
Tra gli ospiti più attesi don Luigi Ciotti che ha sottolineato, di nuovo, l’importanza di parlare ai giovani e di ascoltarli.
In quella giornata speciale di condivisione di idee è stato steso uno striscione molto particolare. C’era scritto “Uniti contro le mafie. No all’autonomia differenziata”. Una frase che dice molte cose insieme e mette in fila i concetti. Che Campania sarebbe con l’autonomia differenziata? E come si può battere la mafia dentro un regionalismo spinto?
“Con la riforma – hanno commentato gli organizzatori di Libera – la garanzia dei diritti sul territorio nazionale è ad alto rischio, aumenterebbero le disuguaglianze, si renderebbe più incerto il diritto alla salute, al lavoro, alla mobilità, all’accesso ai servizi e all’ambiente. E quando impoverisci i territori, non offri politiche sociali, quando frantumi tutto e scarichi i problemi sui poteri locali le mafie sanno approfittare molto bene di quei vuoti. Ce lo insegna la storia. Nelle zone più fragili devi investire di più, non il contrario, se non vuoi che crescano le mafie”.
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