È sconcio che lo Stato vada a battere cassa dai pentiti
Il Pd batte un colpo sulla lotta alla mafia. Era ora. E speriamo che non si tratti di un isolato temporale di fine agosto.
Grazie all’intervista allo storico avvocato dei collaboratori di giustizia, Luigi Li Gotti, a firma Giorgio Bongiovanni, e qui pubblicata, viene scoperchiata una vicenda che governo, ministero dell’interno, agenzia delle entrate, e stragrande maggioranza di testate giornalistiche e televisive han fatto di tutto per tenere nascosta.
In Italia, ormai, trovano immenso spazio le notizie farlocche, frivole, pruriginose, le “notizie rosa” si sarebbe detto una volta. Il muro del silenzio, invece, sbarra il passo alle “notizie” pesanti, quelle che se pubblicizzate, amplificate, peggio ancora se enfatizzate, metterebbero in crisi l’ipocrisia governativa che alimenta gli ultimi brandelli della lotta alla mafia in Italia.
Dicevamo che il Pd, fatto inusuale negli ultimi anni, ha invece reagito tempestivamente alla durissima contestazione dell’avvocato Luigi Li Gotti, annunciando la presentazione di un’interrogazione parlamentare: essendo inconcepibile – di questo si sta parlando – che lo Stato italiano vada a battere cassa dai pentiti.
L’idea, ancor prima che devastante per il prosieguo delle collaborazioni di giustizia, è politicamente sconcia.
Farebbe infatti, se attuata, tabula rasa della legislazione voluta su quest’argomento proprio da Giovanni Falcone la cui statua viene portata perennemente in processione.
Detta in parole povere: un “tutti a casa” rivolto ha chi ha rotto per sempre con le organizzazioni criminali, nella convinzione di potersi fidare del nostro Stato.
Centinaia di persone infatti si ritroverebbero in mezzo a una strada, con identità a rischio, con soldi e abitazioni pignorate, e per di più nuovamente bersagli viventi di vendette e vecchi regolamenti di conti.
Colpisce che, a diversi giorni di distanza dall’ esplosione di questa notizia, lo ripetiamo: letteralmente sconcia, la presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, non abbia ancora trovato il modo di far sentire la sua voce.
Fonte: AntimafiaDuemila
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