300 giorni di guerra a Gaza
“Il pericolo è diventare immuni all’orrore. Abbiamo bisogno di giornalisti internazionali a Gaza, di rappresentanti degli Stati membri. Solo respirando la polvere e annusando gli odori delle condizioni di vita a Gaza il mondo si renderà conto di ciò che sta accadendo.”
Una gigantesca catastrofe è in corso nella Terra Santa ma nessuno (dei potenti) vuole fermare la violenza. È tragico. È impressionante. È angosciante. Più di 91.000 feriti palestinesi. 39.000 uccisi di cui 9.000 bambini e 2.400 anziani. Quasi due milioni di persone sfollate, costrette a muoversi continuamente per sfuggire alla morte, alla fame e alle peggiori malattie. Più di 70.000 abitazioni distrutte. 159.000 strutture devastate. 49 milioni di tonnellate di macerie causate dai bombardamenti.
Sono alcuni dei fatti riassunti ieri in una conferenza stampa http://webtv.un.org/en/asset/k1v/k1vy6b3zmm da Andrea De Domenico, capo dell’Ufficio dell’Onu che coordina gli aiuti alla popolazione di Gaza e della Palestina.
Questa è stata l’ultima conferenza stampa da Gerusalemme di Andrea De Domenico perché le autorità israeliane non gli hanno rinnovato il visto per continuare a lavorare per conto dell’Onu (e cioè di tutti noi) nei Territori Palestinesi Occupati.
Chi ha conosciuto Andrea De Domenico e la passione, l’impegno, il sacrificio, la serietà, l’accuratezza e l’equilibrio con cui ha svolto il suo lavoro sa che si tratta di un nuovo, ulteriore, gravissimo attacco all’Onu, alla legalità, al diritto internazionale e alla comunità delle persone che si prodigano per soccorrere le vittime della violenza più insopportabile.
L’Onu è in grande difficoltà e questo non è certamente il problema più grande che deve affrontare.
Ma le autorità italiane e i governi europei non hanno nulla di dire e da fare?
Il 21 settembre vieni ad Assisi per conoscere e ascoltare Andrea De Domenico.
Ecco alcuni stralci dell’intervento di Andrea De Domenico effettuato nel corso della Conferenza Stampa di ieri.
“A novembre il Segretario Generale dell’Onu ha detto che Gaza stava diventando un cimitero per bambini. Purtroppo aveva ragione, questo è diventata Gaza.
La comunità internazionale, il mondo, deve rispondere alla domanda: quanta sofferenza umana può essere tollerata in nome della sicurezza?
Quanti bambini devono rimanere orfani?
Quanti anziani devono morire?
Quanti bambini devono essere privati della loro infanzia?
Quanti civili devono pagare il prezzo più alto per questo?
La comunità internazionale deve contribuire a trovare un percorso di pace e coesistenza tra i popoli che eviti guerre, conflitti e sofferenze.
Mi preoccupa la crescente rabbia nei confronti di Israele. Risvegliare le forze oscure che potrebbero alimentare l’antisemitismo. Le Nazioni Unite continuano a chiedere a tutti i leader di alzare la voce contro l’antisemitismo, il bigottismo antimusulmano e i discorsi di odio di ogni tipo, che non fanno altro che rafforzare la discriminazione, la stigmatizzazione e l’emarginazione. Il linguaggio disumanizzante che incita alla violenza non è mai accettabile.
In questi mesi ho assistito alla sistematica disumanizzazione dei civili a Gaza e in Cisgiordania.
Quello a cui ho assistito negli ultimi 10 mesi è l’assoluto esaurimento fisico e psicologico di un’intera popolazione. La gente di Gaza è stata privata del solo pensiero di ciò che potrebbe portare loro il domani. È incredibile come le persone a Gaza riescano ancora a sorridere quando ti incontrano.
Ma i sorrisi a Gaza sono incorniciati da occhi tristi.
Il pericolo per me, per chiunque lavori a Gaza, per l’umanità è diventare immuni all’orrore.
Come posso spiegarlo ai miei figli?
Quale sarà la nostra credibilità quando promuoveremo il Dritto Internazionale Umanitario e i diritti umani in altri contesti?
Mi appoggio a raggi di speranza: come gli sforzi fatti oggi per riprendere le attività di apprendimento informale.
Abbiamo provato, e continueremo a farlo, a squarciare la cortina di nebbia che copre Gaza. Abbiamo bisogno di giornalisti internazionali a Gaza, di rappresentanti degli Stati membri. Solo respirando la polvere e annusando gli odori delle condizioni di vita a Gaza il mondo si renderà conto di ciò che sta accadendo.
Non è un pensiero retorico, in questa terra non ci sarà pace senza giustizia.
In nome dell’umanità, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco e di una pace duratura non solo per le persone in Palestina e in Israele, ma per tutti noi come esseri umani.”
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Non arrendiamoci all’escalation della guerra e della violenza.
Contro tutte le stragi e le violenze impunite riaffermiamo il nostro impegno per la pace.
Sabato 21 settembre 2024
Giornata Internazionale della Pace
Ore 10.00 – 17.00
Nella Giornata Internazionale della Pace diamo avvio ad una Mobilitazione Straordinaria non per un giorno ma per un anno.
Chi ci crede non deve mancare!
Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace
Via della viola 1 (06122) Perugia
Tel. 335.1401733 – email adesioni@perlapace.it
www.perlapace.it – www.perugiassisi.org
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La guerra non è un film! Sabato 21 settembre ripartiamo da Assisi!
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