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Palermo 18 luglio, presentazione del libro “Cesare Terranova. Giudice Onorevole”.

Redazione il . Brevi, Cultura, Giustizia, Mafie, Sicilia

La storia di un giudice distintosi per particolare fermezza e alto rigore morale raccontata nel libro di Luca Gulisano. La presentazione giovedì 18 luglio in piazzetta Bagnasco. 

Venne ucciso dalla mafia il 25 settembre del 1979 insieme a Lenin Mancuso, l’unico uomo della sua scorta che lo seguiva sin dal 1963. La storia del Giudice Terranova si anima nelle pagine del libro di Luca Gulisano, dal titolo “Cesare Terranova. Giudice Onorevole”.

A presentarlo, alle 18 di giovedì 18 luglio in piazzetta Bagnasco, nell’ambito del cartellone promosso e organizzato dall’associazione “Piazzetta Bagnasco, sponsor della stagione Cappadonia Gelati e Liberto Motisi fiori,sarà lo stesso autore insieme a Carmelo Pollichino, coordinatore provincia di Libera Palermo. Modera Giorgio Mannino.

«Terranova rivendicava per sé il pregio della lealtà e non aveva paura di definire mafia quel nemico invisibile che sembrava voler lanciare il sasso per poi nascondere la mano».

Il libro

«Chi come me è costretto ad andare spesso per le carceri, finisce per trovare insopportabile la vista dell’uomo in catene. A parità di giustizia, è infinitamente maggiore la soddisfazione umana che si prova nello scarcerare un innocente di quella del mandare in prigione un colpevole. Anche quando si è perfettamente convinti della sua colpa».

Sono parole di Cesare Terranova, il magistrato assassinato il 25 settembre 1979 insieme al maresciallo Lenin Mancuso che gli faceva da scorta.

Benché emblematica della lotta contro la mafia e delle indagini sul suo rapporto con la politica siciliana, la sua oggi è una storia quasi dimenticata, ma Luca Gulisano la riporta alla memoria attraverso una solida ricerca documentaria e le testimonianze di alcuni parenti del magistrato. Oltre che resoconto molto ricco e attento ai fatti e alle analisi dei documenti, il libro mette in luce il profilo umano del giudice che fronteggiò Luciano Liggio, portò in tribunale il Gotha mafioso degli anni Sessanta e Settanta, e fu il primo a far emergere i rapporti dei boss con personaggi di spicco della politica come Lima e Ciancimino.

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