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“Le nomine del CdA Rai violano la legge e devono essere sospese”

Articolo 21 il . Brevi, Costituzione, Diritti, Economia, Informazione, Internazionale, Istituzioni, Politica

Giovedì 4 luglio il Consiglio di Stato si riunisce per discutere il ricorso promosso da Articolo 21, Slc-Cgil, Infocivica e TvMediaWeb per sospendere l’iter delle nomine Rai perché in contrasto con la giurisprudenza della Corte Costituzionale e con il Regolamento europeo sulla liberta dei media (EMFA).

Sulle motivazioni del ricorso – avanzato da tre candidati al CdA, Nino Rizzo Nervo, Patrizio Rossano e Stefano Rolando, rappresentati dagli avvocati Giovanni Pravisani e Giulio Vigevani – si è espresso, con una dichiarazione all’Ansa, il coordinatore Roberto Zaccaria, professore di Diritto costituzionale.

“Noi ci aspettiamo che ci sia una sospensiva dell’iter delle nomine. Il Tar ha riunificato la richiesta cautelare di sospensione e il merito, fissando però una data troppo in là nel tempo, il 23 ottobre, perché le Camere potrebbero aver già deciso. Per questo abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato. Il risultato minimo è che ci sia una sospensione per consentire di mettere in pratica la procedura selettiva prevista dalla legge, spiega Zaccaria.

Sono arrivati 50 curricula e le Camere dovrebbero almeno guardarli e valutarli. Il problema è rendersi conto che ci sono 50 persone che hanno fatto una domanda che non viene presa nemmeno in considerazione. Questo non è stato fatto né nel 2018, né nel 2021. Siamo certi di questo, perché avrebbe dovuto quanto meno insediarsi una commissione per la valutazione. La seconda possibilità è che ci sia una sospensione con il rinvio alla Corte Costituzionale. Questo perché il sistema complessivo delle nomine confligge con una sentenza della Consulta, secondo la quale le nomine non devono essere espressione prevalente del potere esecutivo.

Invece oggi lo sono, come è evidente per i due membri del CdA indicati dal governo e come dimostrano ulteriormente le trattative nella maggioranza per le nomine parlamentari.

La terza possibilità – prosegue l’ex presidente Rai – è che, siccome oggi esistono principi europei sui media di servizio pubblico formalizzati nel Media Freedom Act, in mancanza di un rinvio alla Corte Costituzionale ci sia un rinvio alla Corte di Giustizia europea per una valutazione preliminare del caso, un’eventualità che capita molto spesso.

Non ci interessano le vittorie di Pirro – afferma Zaccaria -. Noi puntiamo ai tre obiettivi citati, nella prospettiva di una riforma della governance in linea con i principi costituzionali e della normativa Ue. La decisione del Consiglio di Stato potrebbe arrivare in tempi celeri, nel giro di un paio di giorni. Il governo e le forze politiche dovranno comunque tener conto delle decisioni giurisprudenziali. Se si dovesse procedere con le nomine, credo che si aprirebbero le porte della procedura d’infrazione Ue. Se ci mettiamo di traverso rispetto ai principi europei penso che alla fine sia inevitabile. Ci sono alcuni paesi europei più a rischio sotto questo profilo e noi siamo tra quelli”.

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