NEWS

La trama nascosta dietro bombe, stragi e morti nere. “La ragazza di Gladio” a Contagiamoci di cultura

Avviso Pubblico/Fuoriscena il . Recensioni

Un lungo rosario di bombe, stragi e morti che hanno insanguinato l’Italia per lunghi decenni. Nera la trama che le unisce. Dalla madre di tutte le stragi, quella di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, fino alle autobombe del 1993, passando per l’eccidio dei carabinieri a Peteano, la carneficina di Brescia del 28 maggio 1974, l’esplosione sul treno Italicus, il massacro di Bologna del 2 agosto 1980. E poi l’attentato del 23 dicembre 1984 sul treno Rapido 904, ribattezzata la strage di Natale. Quest’ultimo episodio segna il passaggio dalle stragi del terrorismo di destra a quelle mafiose.

Ognuna di queste vicende è anche una storia che racconta una verità, scritta nelle decine di migliaia di pagine di sentenze definitive. Documenti, che con incontestabile certezza, svelano l’intreccio tra criminalità e terrorismo politico che per tanti anni ha condizionato il nostro Paese.

È questa la premessa del nuovo viaggio di #Contagiamocidicultura. Lo faremo insieme a Paolo Biondani, giornalista investigativo e inviato de L’Espresso, e del suo nuovo libro “La ragazza di Gladio e altre storie nere – La trama nascosta di tutte le stragi”, edito da Fuori Scena, la nuova avventura editoriale del gruppo Rcs, con la prefazione di Benedetta Tobagi.

«Ho scritto questo libro per sfatare un luogo comune, ovvero che le stragi sono tutte un mistero. In questo libro non ci sono ipotesi, congetture, piste strane. Ci sono i fatti accertati con sentenza definitiva, in tutti i gradi di giudizio fino alla Cassazione», dice l’autore che racconta come l’eversione neofascista si sia intrecciata con settori dello Stato, primi fra tutti alcuni elementi dei servizi segreti, ma anche con la complicità di alcuni politici.

Anche perché, come spiega ancora Biondani, «la storia del terrorismo di destra in Italia – si è visto anche nei processi – è la storia anche di una corrente del Msi (Movimento sociale italiano). La corrente si chiamava Ordine nuovo, dove al suo interno c’era chiaramente un’ala stragista». Ed è proprio questa componente stragista al centro del lavoro di Biondani, che ricostruisce episodio per episodio una lunga trama tessuta con lo stesso filo.

«Al centro del racconto c’è la testimonianza straordinaria (riportata solo nelle parti già riscontrate) di una donna che ha vissuto dall’interno le trame nere e può offrirne uno spaccato unico: è come un filo d’Arianna, che ci guida nei labirinti dell’eversione svelando le reti di controllo e di collegamento fra tutti gli attentati», riporta la quarta di copertina. «La ragazza di Gladio» spiega la premessa, «è una testimone importante nei processi sulla strage di Brescia, che sono ancora in corso. È una donna che custodisce molti segreti del terrorismo neofascista e, cinquant’anni dopo, ha ancora paura».

«Oggi hanno un nome almeno alcuni dei responsabili dell’eccidio del 28 maggio 1974, mezzo secolo fa, e di molti altri attentati. Non è vero che le stragi sono un mistero, e questo libro lo dimostra. C’è una verità storica e giudiziaria che i cittadini, anche i più giovani, hanno diritto di conoscere. Una storia di terroristi neri, servizi deviati, depistaggi piduisti e bombe mafiose che è il grande segreto, o la cattiva coscienza, di una nazione senza memoria».

*****

https://www.liberainformazione.org/2024/04/29/la-ragazza-di-gladio-e-altre-storie-nere/

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link