Magistratura democratica aderisce alla manifestazione indetta dalla Cgil e da molte associazioni della società civile per il 6 luglio 2024 a Latina, in seguito alla morte di Satnam Singh, una morte terribile e inaccettabile.
Al processo, alle sue regole, spetterà accertare le responsabilità dei singoli in quella vicenda, ma non può negarsi che quella morte, le molte altre morti di lavoro povero e insicuro, le vite precarie di tanti lavoratori e tante lavoratrici rimandano a responsabilità collettive.
Non si tratta solo della responsabilità dei governi, di ogni colore, che non hanno assegnato agli ispettorati del lavoro risorse sufficienti per un’attività di controllo minimamente effettiva, ma, più radicalmente, della responsabilità di organizzazioni di impresa (dalle piccole alle grandi, termini finali di lunghe filiere) i cui profitti o la cui stessa esistenza si fondano sulla compressione, anche oltre i livelli di povertà, del costo del lavoro e quindi anche degli strumenti (materiali e immateriali) per renderlo sicuro.
Della responsabilità politica di chi ha consentito, in primo luogo con l’abolizione del principio di parità di trattamento retributivo negli appalti, la diffusione dell’appalto come strumento anche parassitario, privo di ragioni produttive diverse dalla sola riduzione del costo e dei rischi derivanti dalla titolarità dei rapporti di lavoro.
Della responsabilità di chi, non consentendo, e anzi riducendo, adeguati canali legali di ingresso ai lavoratori stranieri in un paese che del loro lavoro ha un disperato bisogno, abbandona tanti uomini e donne alla tremenda vulnerabilità della condizione di irregolare e quindi allo sfruttamento o alla criminalità.
A queste responsabilità collettive non può che reagirsi collettivamente, insieme, come cittadini e cittadine di questo paese e questo oggi facciamo, aderendo alla manifestazione del 6 luglio 2024.
Ma aderiamo anche come magistrati e magistrate che intendono partecipare, con il loro specifico sapere, al discorso pubblico. Un impegno che si affianca a quello, che ben sappiamo essere prioritario, nella giurisdizione, in cui è nostra la specifica responsabilità di tutelare i diritti fondamentali delle persone, con lo studio – delle norme e del modo in cui devono essere applicate – e con l’impegno tenace ad accertare i fatti, che è già un modo per rendere giustizia.
L’Esecutivo di Magistratura democratica