“No Peace No Panel”, incontro al Senato per una informazione plurale sulle guerre
Dare voce ai costruttori di pace e a tutti coloro che esprimono un pensiero diverso rispetto ai conflitti in corso, è stato questo il leitmotiv di “No Peace No Panel”, l’incontro svoltosi il 25 giugno presso la sala capitolare del Senato e promosso dalla sen. Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza Rai e coordinato dal giornalista Max Brod.
Al convegno ha partecipato una delegazione del Consiglio nazionale dell’Ordine guidata dal presidente Carlo Bartoli, con il vice presidente Angelo Baiguini e la segretaria nazionale Paola Spadari.
La sen. Floridia ha annunciato che proporrà alla Commissione di Vigilanza un atto di indirizzo affinchè il servizio pubblico garantisca il giusto equilibrio negli spazi di informazione, dando voce anche coloro che propongono proporre percorsi di pace rispetto ai conflitti in coso.
Bartoli ha illustrato le numerose prese di posizione dell’Ordine per un corretta e completa informazione sugli scenari bellici. “La guerra è nemica della verità” – ha rimarcato il presidente, ricordando come i giornalisti siano bersagli nelle zone di battaglia e come occorra evitare di ridurre il racconto ad una sorta di videogioco o ad una narrazione asettica dove scompaiono le tragedie umane e le devastazioni delle battaglie.
Tante le esperienze e gli spunti di giornalisti che sono stati sul campo o che si occupano a vario titolo di informazione internazionale, tutti a sottolineare la necessità di garantire equilibrio e diversità dei punti di vista nel racconto delle guerre. Su questi argomenti sono intervenuti Monica Pietrangeli, esecutivo Usigrai; Vittorio Di Trapani, presidente FNSI; Beppe Giulietti, Articolo21 con un videomessaggio; Roberto Zuccolini, Comunità di Sant’Egidio; Enzo Nucci, già inviato Rai; Christian Ferrari, segreteria nazionale Cgil; Matteo Pucciarelli, La Repubblica; Manuele Bonaccorsi, cdr Approfondimento; Francesco Vignarca, Coordinatore campagne Rete italiana pace e disarmo, Simona Maggiorelli, direttrice Left, Lucia Goracci, inviata Tg3.
Fonte: Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti
‘No peace, no panel’, Floridia: «La Rai dia voce al pacifismo. La Vigilanza al lavoro per un atto di indirizzo»
L’annuncio della presidente della Commissione nel corso della tavola rotonda che si è tenuta il 25 giugno 2024 al Senato con la partecipazione anche di Carlo Bartoli e Vittorio di Trapani.
«Quando mi sono imbattuta in questo appello ho pensato che anche la Commissione di Vigilanza dovesse accoglierlo e ascoltarlo per farsi promotrice presso il servizio pubblico della necessità di rappresentare tutte le voci». Lo ha detto la presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, intervenendo martedì 25 giugno 2024 al Senato alla tavola rotonda ‘No Peace, No Panel’. Floridia ha reso noto che la bicamerale metterà a punto un atto di indirizzo sul tema.
«Abbiamo svolto un’analisi e abbiamo verificato che nell’ultimo anno i conflitti sono aumentati del 12% – ha osservato – Una persona su sei vive in un contesto di guerra e nel servizio pubblico, quando si parla di conflitti, la voce di coloro che promuovono percorsi di pace, non solo in maniera astratta, è assente. È invece fondamentale questa presenza all’interno del servizio pubblico per arricchire i dibattiti».
All’incontro, in sala Capitolare, hanno partecipato anche Carlo Bartoli e Vittorio di Trapani. «La guerra non è un videogioco. Ridurre la guerra a un videogioco è diseducativo. L’informazione non deve educare, ma neanche diseducare. Deve rappresentare nella sua profondità questi drammi», ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti, aggiungendo: «Abbiamo riscontrato sempre più che nei teatri di guerra i giornalisti sono ospiti sgraditi e spesso diventano bersagli, perché la verità è la prima nemica di ogni guerra».
Per Di Trapani, «sempre di più ci stanno chiedendo di essere parte della guerra. Non possiamo accettare questa impostazione. I giornalisti non possono stare da nessuna parte. Se devo sceglierne una, sto dalla parte delle vittime, tutte le vittime. Oltre 120 giornalisti – ha rilevato – sono stati uccisi a Gaza e sottolineo uccisi perché il cambiamento del linguaggio è anche questo. Non capisco perché da una parte si parli di persone uccise e dall’altra di persone che muoiono. Vale la pena oggi rilanciare un appello della Fnsi e della Federazione Internazionale al cessate il fuoco, anche per consentire ai giornalisti di entrare a Gaza e vedere cosa è avvenuto».
Di Trapani ha quindi auspicato che la Rai produca «un report sul pluralismo sociale: non si può raccontare la guerra solo con il linguaggio bellicista. Ben venga l’atto di indirizzo della Vigilanza per indurre la Rai a una decisione, ma – ha concluso – nulla vieta a questo cda, che è ancora in carica, di esprimersi nella prossima riunione sull’appello ‘No peace, no panel’».
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