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Relazione DIA sul primo semestre 2023: il ruolo delle mafie tra territori, PNRR e cyberspace

Avviso Pubblico il . Brevi, Dai territori, Droga, Forze dell'Ordine, Istituzioni, Mafie, Politica

È stata pubblicata la Relazione Semestrale della Direzione Investigativa Antimafia sul 1° semestre del 2023. La Relazione, in particolare, getta un fascio di luce sull’attuale assetto delle organizzazioni mafiose nel nostro Paese (oltre ai collegamenti con le organizzazioni criminali straniere).

Conferma, la Direzione Investigativa Antimafia, il percorso delle mafie sul terreno della penetrazione dei settori imprenditoriali, anche tramite azioni corruttive, con lo sfruttamento dell’ingente disponibilità di capitali accumulati con le tradizionali attività illecite. Come nelle precedenti Relazioni, si conferma la capacità delle mafie di cogliere opportunità e occasioni di profitto, mettendo nel mirino, ad esempio, i fondi del PNRR e quelli legati agli appalti pubblici.

In merito al PNRR, in particolare, dalla Relazione emerge che sono state effettuate 11.890 richieste di istruttoria antimafia di cui il 29% al Nord, il 43% al Centro e il 28% al Sud. Di queste richieste, 6.439 sono in fase istruttoria, mentre 8 sono già state concluse con provvedimenti interdittivi (il totale dei provvedimenti interdittivi emessi nel 1° semestre 2023 ammonta a 314, in crescita di 25 unità rispetto al 1° semestre del 2022).

In questo quadro, anche i grandi eventi meritano particolare attenzione, secondo la DIA, a partire dai Giochi Milano-Cortina (che rappresentano “un’attrattiva per le organizzazioni criminali”, ad esempio “sul territorio lombardo, dove più estesa e preoccupante è la presenza delle mafie italiane tradizionali e dove la ‘ndrangheta è presente da anni, tramite numerosi locali, con accentuato carattere imprenditoriale e con spiccate capacità di intercettare gli ingenti stanziamenti”) e dal Giubileo 2025 (“gli ingenti stanziamenti di denaro pubblico […] rendono concreto il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese, la cui presenza nell’area della Capitale e zone limitrofe è stata confermata anche da recenti operazioni di polizia”).

La linea evolutiva delle mafie nel nostro Paese tende oggi anche allo sfruttamento delle tecnologie digitali (es. sistemi di comunicazione crittografata, applicazioni di messaggistica istantanea, social network) che, si legge nella Relazione, “rappresentano un moltiplicatore della capacità operativa delle reti criminali mafiose” le quali sempre più “vivono nel cyberspace” (riprendendo le parole del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Melillo).

Sul piano dell’attività di contrasto, la Relazione espone che nel corso del 1° semestre 2023 sono stati effettuati sequestri di beni per un valore pari a quasi 30 milioni di euro, e confische per 130 milioni (sommando attività repressiva e attività investigativa).

Nella presentazione della Semestrale è stato sottolineato, inoltre, l’aumento del numero di armi sequestrate, da riconnettere agli scenari internazionali di guerra e che comunque sottolineano la persistente centralità dello sfruttamento o della riserva di violenza nell’ambito del potere mafioso.

Il core business delle organizzazioni mafiose continua ad essere rappresentato dal traffico di stupefacenti (con la ’ndrangheta a giocare il ruolo di leader), che fornisce ingenti risorse ai clan, nell’ambito di uno scenario sempre più internazionale. Ma numerosi sono i riferimenti, presenti nella Relazione, ad altri settori al centro degli interessi mafiosi: spiccano, ad esempio, l’edilizia, il turismo, la gestione dei rifiuti, il comparto agricolo, il controllo dei beni confiscati, le energie rinnovabili, il gioco d’azzardo e le scommesse.

Sul piano dell’attività antiriciclaggio, nel 1° semestre 2023 si contano 77.466 SOS (segnalazioni di operazioni sospette) analizzate, di cui 26.544 hanno assunto rilievo per i profili d’interesse della DIA (comprese 151 SOS riferibili ad “anomalie connesse all’attuazione del PNRR”). Tra i soggetti segnalanti (nell’ambito delle SOS rilevanti per la DIA), l’80% delle SOS proviene da intermediari bancari e finanziari, mentre gli altri operatori non finanziari e gli operatori di gioco e scommesse si attestano sul 3% circa ciascuno.

Appare in ogni caso centrale, insieme all’utilizzo delle risorse economiche e alla ricerca di occasioni di riciclaggio, anche l’inserimento delle consorterie nella gestione degli enti pubblici: nel 1° semestre 2023 i provvedimenti di scioglimento di Comuni e di proroga per infiltrazione mafiosa hanno riguardato tre Comuni in Sicilia, due in Calabria e in Campania e uno in Puglia. Nella presentazione della Relazione è stato, inoltre, sottolineato l’aumento dei casi di intimidazione nei confronti degli amministratori locali, sia Consiglieri comunali sia Sindaci.

Per maggiori informazioni su questi temi puoi consultare alcune sezioni del nostro sito:

– Amministratori sotto tiro

– Comuni sciolti per mafia

– Antiriciclaggio

Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione

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