Fino all’alba dell’ultimo giorno
Erano 11.373 i migranti sbarcati al 31 marzo 2024, a fronte di 27.695 registrati alla stessa data dell’anno precedente.
La narrativa che interpreta questo dato è quella di flussi drasticamente diminuiti grazie al successo delle politiche di contenimento. Eppure il 9 aprile del 2024 il Consiglio dei Ministri ha deliberato la proroga dello stato di emergenza “in conseguenza dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti in ingresso sul territorio nazionale attraverso le rotte migratorie del Mediterraneo”.
Paradossalmente entrambe le affermazioni sono vere, ma non per la retorica che ci sta dietro. I flussi sono veramente diminuiti perché si è trovato il modo di affrontare il fenomeno migratorio non in modo sapiente e lungimirante, ma in modo muscolare, facendo i forti con i più deboli.
Uno stato di emergenza esiste, ma non è quello relativo agli sbarchi, bensì quello relativo ai diritti delle persone migranti. Ma anche questo già lo sappiamo e il Centro Astalli lo ha ripetuto tante volte.
Il fatto è che tutto questo non interessa più a nessuno – con amarezza bisogna riconoscerlo – se non alle persone coinvolte e a un piccolo gruppo di addetti ai lavori e di inguaribili sognatori.
Gettare la spugna? Diceva Dietrich Bonhoeffer: «Può darsi che domani spunti l’alba dell’ultimo giorno: allora, non prima, noi interromperemo volentieri il lavoro per un futuro migliore».
* Presidente Centro Astalli
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