Danni collaterali
Con qualche imbarazzo e senza ammettere la sconfitta della propria mission e la mancanza di interventi appropriati, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha reso noto che i conflitti armati hanno ucciso lo scorso anno 33.000 civili a livello globale, il 72% in più rispetto al 2022.
Le stesse Nazioni Unite lo hanno definito annus horribilis. Sebbene le cifre effettive siano “probabilmente più alte”, ha dichiarato Joyce Msuya, vice coordinatrice dei soccorsi dell’Onu, nel corso di una riunione sulla situazione delle popolazioni inermi nei contesti di guerra, i danni e le sofferenze causati ai civili nel 2023 “segnalano un’allarmante mancanza di rispetto per il diritto internazionale umanitario e i diritti umani”.
Richiamata l’attenzione in particolare su Gaza, dove l’operazione militare israeliana — ha dichiarato — ha “provocato morte, distruzione e sofferenza a un ritmo e su una scala senza precedenti nel recente passato”, in particolare tra i più piccoli. Msuya ha infatti voluto ricordare come l’Unicef abbia definito quella in corso nella Striscia una “guerra contro i bambini”. E poi Sudan, Congo, Ucraina, Myanmar, Nigeria, Somalia, Sud Sudan, Siria… E il papa ricorda che le vittime civili non sono “danni collaterali” ma uomini e donne “con nomi e cognomi”. (Fonte: Osservatore romano, 23.05.2024)
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