Chi vuole male a Sardegna Solidale?
Se lo chiedono in molti. E aumenta giorno per giorno la riproposizione dell’interrogativo.
Già. Chi vuole male a Sardegna Solidale?
Rispondere non è facile ma neanche difficile.
Basterebbe ripercorrere la storia del CSV Sardegna Solidale dal 2005 ad oggi. E si legge perfettamente la matrice politica di un attacco che perdura da allora.
Aveva visto bene il prof. Nando Dalla Chiesa all’indomani della prima inammissibilità deliberata dall’ONC (luglio-ottobre 2020): “…mi domando come sia possibile che su 49 domande di accreditamento a livello nazionale solo la loro sia stata bocciata da un comitato che, essendo presieduto da una persona perbene, deve essere stato informato male assai. Un piccolo imbroglio burocratico che qualunque mente bennata risolverebbe in un minuto. E’ una storia strana quella di questa associazione che ciclicamente qualche esponente del potere sardo tiene per nulla in gran dispetto,”
Oggi lo scenario già visto e letto negli ultimi anni si ripete. Senza soluzione di continuità.
È palese ed è dimostrato – in questo specifico caso – che verità fattuale e verità giudiziale fanno percorsi paralleli. Che non si incontrano e che sembrano non volersi incontrare. Forse la giustizia amministrativa è davvero inadeguata. E forse, come più volte deliberato dalla più numerosa assemblea di organizzazioni di volontariato della Sardegna, occorre invocare percorsi che facciano incontrare verità fattuale e verità giudiziale.
Abbiamo grande fiducia nella magistratura e siamo certi che saprà fare fino in fondo il suo dovere per affermare giustizia!
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