Caso Scurati, contestazione disciplinare a Serena Bortone. Fnsi e Usigrai: «Inaccettabile»
L’ad Roberto Sergio ha spiegato in Vigilanza che alla base della decisione c’è il post pubblicato dalla giornalista sui social «in violazione della policy aziendale». Costante «Vicenda surreale. Nella Rai meloniana siamo arrivati all’inversione dell’onere della prova». Di Trapani: «Clima asfissiante». Macheda: «Anche basta». Le Cpo di sindacato e Ordine: «Piena solidarietà e vicinanza alla collega».
Dopo due settimane di polemiche per la mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione di Rai3 ‘CheSarà’ alla vigilia del 25 aprile, sono giunte le prime decisioni aziendali e riguardano la conduttrice del programma, Serena Bortone, che ha denunciato il caso sui social.
Proprio quel post del 20 aprile ha spinto l’amministratore delegato Roberto Sergio ad inviare una lettera di contestazione disciplinare nei confronti della giornalista. In commissione di Vigilanza, mercoledì 8 maggio 2024, Sergio ha spiegato che «è stato contestato a Bortone, come avvenuto in analoghi casi, il post pubblicato sui social in violazione della normativa della policy aziendale. La contestazione è un atto dovuto e seguirà l’iter previsto dal regolamento. Non è stata vietata né la partecipazione dello scrittore Scurati né la lettura del monologo, poi autorizzata e effettuata dalla stessa Bortone».
La polemica è tornata così a infiammarsi. «Nella Rai meloniana siamo arrivati all’inversione dell’onere della prova. Ora toccherà a Serena Bortone difendersi, mentre chi ha fatto naufragare per servilismo il monologo di Antonio Scurati continua a non rispondere per questa pagina buia della democrazia e della Rai», ha dichiarato Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
«Aspettiamo ancora i provvedimenti esemplari annunciati dall’ad Sergio – ha aggiunto Costante – e non pensiamo certo che debbano essere presi nei confronti della collega che ha difeso il diritto dei giornalisti ad informare e quello dei cittadini ad essere informati, ma di tutti coloro che hanno impedito con scuse varie la trasmissione del monologo ed esposto la Rai ad una figuraccia internazionale. La Federazione nazionale della Stampa italiana è al fianco di Serena Bortone in questa vicenda surreale».
Per il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, «nella Rai di oggi si difende e si protegge chi cancella una pagina di cultura sul 25 aprile e si punisce chi denuncia la cancellazione. Ha ragione l’Usigrai – ha scritto su X – clima asfissiante. Solidarietà a Serena Bortone».
Il segretario dell’Usigrai, Daniele Macheda ha commentato l’accaduto evidenziando: «E cosi l’ha fatto. Roberto Sergio, l’uomo che da dirigente Rai, direttore della radiofonia, attaccava pubblicamente sui social il Giornale Radio Rai, ora da amministratore delegato fustiga a colpi di procedimenti disciplinari chi, anche attraverso i social difende la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo ‘asfissiante’ sul lavoro dei giornalisti della Rai. I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta».
Sulla vicenda sono intervenute anche le Commissioni pari opportunità di Fnsi, Usigrai e Odg e l’associazione Giulia Giornaliste: «Piena solidarietà e vicinanza alla giornalista Serena Bortone oggetto di contestazione dei vertici della Rai che hanno aperto nei suoi confronti un procedimento disciplinare ‘per avere violato la policy’ sulla comunicazione via social: nella sostanza, per avere avvisato il pubblico di ‘Che Sarà’ della mancata presenza di un ospite annunciato, Antonio Scurati, alla vigilia del 25 aprile. Accusa ridicola, nell’era digital, che non riesce a coprire il maldestro tentativo di voler sanzionare la conduttrice per avere squarciato il velo delle censure, così affannosamente negate quanto palesemente evidenti. A lei si imputa il danno di immagine della Rai, per il caso dall’eco planetaria, arrecato invece da chi ha tentato di impedire a Scurati il suo monologo».
Le Commissioni pari opportunità e l’associazione Giulia Giornaliste, «nel sostenere Serena Bortone e tutte le voci libere del giornalismo, esprimono forte preoccupazione per l’utilizzo di strumenti disciplinari dal sapore vetero intimidatorio con l’intento di ridurre al silenzio le voci critiche, dimenticando che la critica è la base della democrazia. Per questo continueremo a vigilare».
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Caso Bortone, ennesima punta d’un immenso iceberg antidemocratico
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