Morire (ancora) di lavoro
Ieri, a Casteldaccia, a pochi chilometri da Bagheria, Epifanio Alsazia, Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano, Giuseppe Labarbera sono morti nell’esecuzione del loro lavoro e per la generosità del disperato tentativo di salvarsi l’un l’altro. Un sesto operaio, Domenico Viola, è ricoverato al Policlinico di Palermo.
Si tratta, pure stavolta, ancora di operai in subappalto, e non soltanto, e tutti hanno tragicamente perso la vita nell’esecuzione di lavori di manutenzione ordinaria della vasca fognaria.
Lavori che richiedevano minimi dispositivi di protezione, tuttavia, a quanto riportano le cronache, assenti, mentre i sindacati denunciano anche un possibile sotto-inquadramento.
Un nuovo gravissimo infortunio mortale sul lavoro che ci spinge a riflettere sulle condizioni di sicurezza e sulla bontà della legislazione in materia.
A pochi giorni dalla celebrazione del 1° maggio riteniamo che sia il tempo di ridare dignità al lavoro ripensando in maniera profonda le norme sul subappalto, incentivando forme di controllo serie ed efficaci, con sanzioni importanti per il caso di violazioni, sostenendo la somministrazione formativa di tutte le imprese in materia di sicurezza.
Alle famiglie dei lavoratori coinvolti, la commossa partecipazione di tutti noi.
Il Coordinamento nazionale di Area Democratica per la Giustizia
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Il dramma sul lavoro di Casteldaccia (PA). Morti bianche? No, sono vite sporcate, calpestate
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