Presentato ricorso contro l’attuale criterio di selezione del CdA della Rai
Le attuali procedure e i criteri che presiedono alla nomina del CdA della Rai sono in contrasto con la giurisprudenza costituzionale e violano la legge europea per la libertà dei media appena approvata (EMFA), in particolare l’Articolo 5 del Regolamento.
Nasce da queste premesse il ricorso al TAR che mira a bloccare il rinnovo del CdA della Rai secondo le norme vigenti. Il ricorso è stato presentato nel corso di una conferenza stampa promossa da Articolo 21 insieme a Slc–Cgil, Usigrai, Ucsi, Infocivica, TvMediaWeb, Rete No Bavaglio, MoveOn, Eurovisioni.
L’illustrazione del corposo testo (17 pagine) è stata affidata ai costituzionalisti Roberto Zaccaria e Giulio Enea Vigevani, all’Avv. Giovanni Pravisani, ad Elisa Marincola e Vincenzo Vita, rispettivamente portavoce e garante di Articolo 21.
Il ricorso contesta innanzitutto le modalità di selezione dei quattro candidati espressi da Camera e Senato che dovrebbero essere scelti in base a procedure trasparenti, aperte, efficaci e non discriminatorie e secondo criteri tali da evitare che gli organi direttivi, direttamente o indirettamente, siano espressione esclusiva o preponderante del potere esecutivo e che la loro struttura sia tale da garantirne l’obiettività (sent. n° 225 del 1974).
Obiettivo dei ricorrenti è ottenere la sospensione cautelare della procedura di selezione dei candidati al CdA; in secondo luogo, avendo sollevato profili di incostituzionalità dell’Art. 63 della legge 208, essi contano di ottenere il rinvio della questione alla Corte costituzionale; infine, che la questione sia rimessa alla Corte di Giustizia Europea chiedendo che si pronunci sulla legittimità della legge in vigore a fronte del Regolamento Europeo, il quale, peraltro, ribadisce principi già affermati in Italia dalla Corte.
Hanno avanzato il ricorso al TAR ex dirigenti Rai come Patrizio Rossano, Nino Rizzo Nervo e Stefano Rolando oltre all’estensore del ricorso, l’avvocato Giulio Enea Vigevani.
Roberto Zaccaria, che si è definito il garante dell’iniziativa, ha espresso il desiderio che il Parlamento e la Rai collaborino per porre fine a una procedura considerata irrispettosa innanzitutto nei confronti degli stessi candidati: una procedura che non assicura che i curricula vengano esaminati tenuto conto che non è prevista neanche una commissione che li esamini. Vincenzo Vita ed Elisa Marincola hanno ribadito la necessità di una mobilitazione della società civile che costringa la politica ad abbandonare rituali e pratiche che umiliano il servizio pubblico e indeboliscono la democrazia.
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Secondo European Media Freedom Act la procedura di nomina del CdA Rai è illegittima
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