“Prevenire e contrastare la corruzione: un impegno comune”, seminario on line martedì 23/4
Che fine ha fatto l’attenzione pubblica sul tema della corruzione? È stato definitivamente debellato il fenomeno oppure si è perso l’interesse a prevenire e contrastare gli effetti ancora dilaganti nel paese? Quali sono le conseguenze di questa situazione e quali devono essere, invece, gli strumenti da rimettere al centro dell’agenda politica e sociale per affrontare evidenze che pongono distanti da un’auspicata trasparente onestà?
Avviso Pubblico alla vigilia di una importante tornata elettorale che coinvolgerà milioni di cittadini italiani, chiamati ad esprimere un proprio fondamentale diritto e migliaia di donne e uomini a contendersi la fiducia per renderlo effettivo, cerca le risposte a domande che sono fondamentali per garantire un futuro libero e democratico nei diversi territori.
La videoconferenza “Prevenire e contrastare la corruzione: un impegno comune”, organizzata da AP- profondimenti, progetto di sensibilizzazione curato dal comitato scientifico di Avviso Pubblico, il 23 aprile alle 17.30, vedrà confrontarsi sul tema esperti e amministratori.
Interverranno:
Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – A.N.A.C;
Alberto Vannucci, professore ordinario di Scienza Politica presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa;
Valentina Donini, docente di Prevenzione della corruzione alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA);
Andrea Bosi, assessore Lavori Pubblici, Manutenzione e decoro della città, Centro storico, Politiche per il lavoro e la legalità del comune di Modena.
Modererà: Mario Portanova, giornalista de Il Fatto quotidiano.
I dati confermano che in Italia i fenomeni corruttivi non siano affatto diminuiti, ma è calato l’interesse della politica, dei media e della società civile. Parallelamente pare che si vada indebolendo l’impianto istituzionale per prevenire e contrastare mafie e corruzione, a partire dalle riforme in atto del quadro normativo di riferimento.
Si propone quindi di trattare l’argomento, partendo da una introduzione che si focalizzi sugli indicatori che caratterizzano il fenomeno nel paese, sia da un punto di vista storico, sia in un’ottica comparativa con il resto dell’Europa. Analizzare la risposta istituzionale, civica e interna alle singole amministrazioni, evidenziando come proposte politiche che appaiono ai cittadini e ai candidati immediatamente di buon senso (per esempio riportare in capo al Comune la funzione di stazione appaltante – oppure non aderire a livelli di governo adeguato a determinati servizi o prestazioni) rischiano oggettivamente di alimentare il ciclo corruttivo invece di arginarlo. Con tutto ciò che ne consegue nei termini di danni alla comunità. La conclusione vuole suggerire un modello di politica di anticorruzione più efficace da applicare con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti.
“Mafia e corruzione sono ancora un pericolo concreto per la nostra democrazia. I 192 miliardi di euro di economia sommersa significano affari con le mafie e con i disonesti che vuol dire meno servizi per i cittadini onesti – ha dichiarato Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico il 21 marzo, presentando l’Appello stilato insieme a Libera rivolto a candidate e candidati, affinché si impegnino ad inserire il tema all’interno dei programmi elettorali – Si chiede di non aver paura di dire come si finanziano le campagne elettorali, per ricostruire quel senso di fiducia con la cittadinanza che si va sempre più sfilacciando. Bisogna rilanciare un impegno in investimenti, in educazione, sensibilizzazione e formazione, per dare ai nostri giovani maggiori strumenti e un futuro migliore, libero da mafie e corruzione.”
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