Perugia, al via la XVIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo
Conto alla rovescia per la XVIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo che si appresta a confermare Perugia capitale globale dell’informazione.
Da mercoledì 17 a domenica 21 aprile, il centro storico della città vedrà quasi 600 speaker provenienti da tutto il mondo, pronti ad alternarsi ai microfoni di più di 200 eventi in programma.
Un’edizione più internazionale che mai, grazie soprattutto alle numerosissime e importanti proposte arrivate durante la fase organizzativa dell’evento, a sottolineare la fiducia e la stima consolidate nei confronti del Festival. Un evento considerato unico e magico grazie al lavoro di questi anni che ha visto crescere e ampliare sempre più la rete di partecipanti (speaker e pubblico) e la sua community internazionale. Reputazione consacrata dall’invito di ottobre scorso a New York all’incontro annuale delle fondazioni filantropiche che sostengono il giornalismo in America e non solo, organizzato da Media Impact Funders.
Giornalismo, attivismo, mondo accademico, le nuove frontiere della tecnologia e del digitale. Dalla scala globale alle stradine del borgo antico di Perugia, torna a darsi appuntamento nel 2024 la comunità #ijf sempre più allargata e interconnessa, unita dal bisogno di capire il presente per incamminarsi verso il futuro.
I temi
Tra i temi di questa edizione c’è prima di tutto la guerra. Dall’Europa, alla Russia, al Medio-Oriente, #ijf24 dedica ampio spazio alle analisi di autorevoli firme del giornalismo internazionale e alle testimonianze dirette degli inviati più coraggiosi, che lavorano nelle zone di conflitto del mondo.
È il caso di Motaz Azaiza, il fotoreporter palestinese che sui suoi profili social ha documentato in presa diretta la distruzione e la crisi umanitaria causata da Israele nella Striscia di Gaza, dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, che ha fatto oltre 1.200 vittime e ha preso in ostaggio centinaia di civili, che ancora oggi non vengono rilasciati. Prima di questa data il profilo Instagram di Azaiza aveva poche migliaia di followers. Oggi ne conta quasi 20 milioni. La sua cronaca cruda e senza censura dall’inferno di Gaza, le immagini sensibili di bambini e civili palestinesi massacrati, lo hanno immediatamente consacrato tra le figure globali di riferimento per le cronache dai quei territori. Azaiza non è stato risparmiato dalla catastrofe. In un video ha rivelato che oltre 15 membri della sua famiglia sono stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani. È stato lui stesso bersaglio di cecchini israeliani, come documentato in diretta nei suoi video, e ha ricevuto minacce di morte. Per queste e altre ragioni, che non ha potuto rivelare in un video su Instagram dove si sfila il giubbotto con la scritta ‘Press’ che gli è valso da armatura in questi mesi, Motaz Azaiza è stato costretto a evacuare e ha lasciato la Striscia di Gaza. Nonostante tutto, il suo lavoro e il suo impegno continuano: venerdì 19 aprile partecipa a #ijf24, in dialogo con Jodie Ginsberg, CEO del Committee to Protect Journalists.
Della guerra tra Israele e Hamas e delle conseguenze sui civili a Gaza, Haaretz, storico e unico quotidiano progressista in Israele, voce critica sulle questioni interne e internazionali, propone una doppia prospettiva ebraica e palestinese con la partecipazione a #ijf24 di Noa Landau e Hanin Majadli, rispettivamente vicedirettrice israeliana e direttrice della sezione in lingua araba del quotidiano.
Sulla complessità di coprire il proprio paese in guerra ne parleranno Alona Vinograd, CEO di Shomrim – The Center for Media and Democracy, un’organizzazione giornalistica israeliana indipendente e senza scopo di lucro, la pluripremiata Sevgil Musaieva, direttrice del quotidiano ucraino Ukrainska Pravda, e Vivian Schiller, vice presidente e direttrice di Aspen Digital.
Doppia prospettiva anche nell’incontro contro la disumanizzazione nel conflitto israelo-palestinese moderato da Nello Scavo con Bruno Montesano, ricercatore e giornalista ebreo e la scrittrice Widad Tamimi, figlia di un profugo palestinese e di una donna di origini ebree.
Gaza, e non solo nell’incontro con Francesca Mannocchi, pluripremiata autrice di video-reportage, documentari, libri e Paola Caridi, saggista e giornalista, fondatrice e presidente di Lettera22. C’è la Cisgiordania e il Libano nella lista dei fronti di guerra che coinvolgono Israele e la Palestina, dal Mediterraneo al Giordano. Sono teatri di violenza quasi sempre proibiti per i giornalisti internazionali. Non per le due speaker che a #ij24 raccontano cosa non sappiamo di ciò che accade in quelle terre e cosa arriva al pubblico italiano.
Al suo terzo anno, l’invasione russa dell’Ucraina continua a spostare gli equilibri politici globali e impattare i tessuti sociali dei due paesi. Secondo le autorità ucraine, i soldati russi avrebbero commesso oltre 120.000 crimini di guerra in Ucraina dall’inizio dell’invasione su larga scala. Kyiv Independent, che ha indagato anche sulla corruzione delle forze militari del proprio paese nel corso della guerra in atto, ha creato un team completamente nuovo: un’Unità di Investigazione sui Crimini di Guerra che produce documentari investigativi sui rapimenti di bambini ucraini da parte della Russia, sull’uccisione di bambini ucraini da parte dell’esercito russo e sulle torture dei prigionieri di guerra ucraini. Il capo dell’unità Yevheniia Motorevska e la direttrice del Kyiv Independent, Olga Rudenko, forniranno approfondimenti sull’indagine dei crimini di guerra mentre vengono commessi.
Sappiamo che i conflitti non si guerreggiano solo con gli eserciti ma anche con la repressione. Lo vediamo in Iran e Afghanistan così come in Russia, dove le poche voci libere dell’informazione e dell’opposizione politica, dell’attivismo sono state costrette al silenzio, al carcere, all’esilio fino alla morte come nel caso di Alexej Navalny.
Saranno collegati via video per testimonianze in prima persone: Dimitry Muratov il direttore responsabile di Novaya Gazeta e co-vincitore – insieme a Maria Ressa – del Premio Nobel per la Pace 2021 [anche lei sarà a Perugia quest’anno per discutere di disinformazione ed elezioni]; Evgenia Kara Murza, moglie del giornalista e attivista politico russo condannato a 25 anni per aver pronunciato all’estero frasi di denuncia contro i crimini commessi dall’esercito russo in Ucraina; Elena Kostyuchenko, ex corrispondente della Novaya Gazeta il giornale diretto dal premio Nobel Dimitri Muratov e sul quale scriveva Anna Politkovskaja, oggi firma di Meduza, la più grande realtà mediatica russa indipendente dichiarata ‘agente straniero’ dalle autorità russe, sulle cui pagina. Kostyuchenko, autrice del libro “La mia Russia. Storia di un paese perduto” (2023), ha raccontato di essere stata avvelenata mentre si trovava in Germania lo scorso ottobre. Solo l’ultimo tentativo da parte russa di ucciderla.
Raccontare la guerra è un’arte complessa. Lo spiegano a #ijf24 quattro giornalisti sul campo altamente qualificati che insieme vantano più di un secolo di esperienza nella copertura di guerre e conflitti, avendo affrontato praticamente ogni situazione di conflitto violento dal 1990 in poi. Jeremy Bowen senior international editor della BBC News, Janine di Giovanni executive director del The Reckoning Project, a war crimes unit in Ukraine, Ron Haviv regista nominato agli Emmy e la pluripremiata fotogiornalista, Nicole Tung freelance photojournalist. Una sessione unica e approfondita per esplorare i vari generi: televisione, fotogiornalismo, reportage stampato a lungo formato, notizie dure. Per condividere informazioni su esperienze dolorose, la sicurezza sul campo, la protezione dei soggetti, l’oggettività nei conflitti come quello tra Gaza e Israele. E guardare al giornalismo moderno nella sua complessità.
Quando il lavoro quotidiano consiste nel riportare le sofferenze degli altri, qual è il prezzo che si paga personalmente? Perché così tanti giornalisti sono attratti dal conflitto nonostante l’impatto evidente sulla propria vita? Quali sono le verità scomode sulla relazione tra il reporter di guerra e gli individui che raccontano? A queste domande risponde uno degli storici corrispondenti della BBC, Fergal Keane autentica star della TV e autore di bestseller. Il suo ultimo libro è “The Madness” – un memoriale di guerra, paura e PTSD, uno sguardo sincero su ciò che lo spinge a riportare conflitti, ciò che lo tiene lì e un bilancio dei danni causati.
La narrazione letteraria e la cronaca giornalistica dei conflitti s’intrecciano nell’incontro a due voci tra Paolo Giordano e Cecilia Sala, moderati da Marta Allevato, giornalista AGI, che tra l’altro intervisterà Evgenia Kara-Murza e Elena Kostyuchenko. Il pluripremiato scrittore e l’instancabile inviata-podcaster in aree di crisi, portano a #ijf24 il loro racconto in prima persona della guerra, direttamente dai fronti più caldi da cui scrivono.
A #ijf24 sono attese ‘Le parole e le immagini per raccontare la guerra’ di Lorenzo Tondo pluripremiato corrispondente del Guardian e Alessio Mamo fotoreporter, per due volte vincitore del World Press Photos.
Le donne, pur svolgendo ruoli rilevanti nel contesto dei conflitti bellici, in un ambiente dominato dagli uomini sono percepite come ‘corpi estranei’. Questo rende la dinamica di genere ancora più complessa da gestire e moltiplica le sfide e i pericoli della guerra per le donne. Ne parlano le inviate Francesca Caferri (Repubblica), Amalia De Simone (Rai 3), Marta Serafini (Corriere della Sera) e Francesca Volpi (fotoreporter Wall Street Journal).
Elezioni
Da Taiwan agli Stati Uniti, dalla Russia al Bangladesh, all’Iran passando per le elezioni europee: metà della popolazione mondiale è chiamata alle urne. Il 2024 sarà l’anno in cui metà della popolazione mondiale andrà a votare.
Nell’incontro Come i media indipendenti dell’India collaborano per coprire le elezioni parlamentari… e non solo moderato da Preethi Nallu si parla di India, paese che sta battendo ogni record economico di crescita, con ambizioni globali che sfidano la Cina nel Subcontinente e un nodo interno da sciogliere sulla democrazia indiana. Il panel esamina come i principali media indipendenti indiani stiano collaborando per produrre reportage accurati sulle elezioni parlamentari, dalla creazione di hub di fact-checking e dibattiti focalizzati su regioni/comunità, alla produzione collettiva di risultati in tempo reale delle votazioni e al monitoraggio delle promesse elettorali dei candidati. Intervengono: Vignesh Vellore, uno dei fondatori e CEO di The News Minute, piattaforma di notizie esclusivamente digitale con sede a Bangalore; Siddharth Varadarajan, fondatore e redattore di The Wire India; Supriya Sharma, direttore esecutivo di Scroll, la prima e pluripremiata organizzazione di sole notizie digitali dell’India fondata nel 2014.
Uno sguardo alle urne anche in South Africa, Indonesia, Pakistan, 2024 nel panel Elezioni, elezioni, elezioni: come coprire in modo sicuro le elezioni cruciali del 2024. In questa conversazione approfondita tra giornalisti ed editori che seguiranno entrambe le imminenti elezioni indiane (aprile 2024) e l’elezione (novembre 2024), intervengono Shahina K.K., senior editor di Outlook magazine, Julie Pace executive editor di The Associated Press, Brianne Pfannenstiel capo della redazione politica di The Des Moines Register. Modera Lih Yi Beh, coordinatore del programma Asia del Committee to Protect Journalists.
L’Italia si prepara all’Election day l’8 e il 9 giugno, quando si voterà per le Europee, Regionali e Comunali. A meno di due mesi da uno dei più importanti appuntamenti democratici degli ultimi tempi, qual è lo stato di salute del dibattito politico nel nostro paese? E cosa possiamo aspettarci, in Italia ma non solo, prima e dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno? Se ne parla con il politologo Gianfranco Pasquino, la giornalista Marianna Aprile e il comunicatore politico e pianificatore strategico dell’agenzia Proforma Dino Amenduni.
Incontri con
Torna al Festival Internazionale del Giornalismo la vincitrice del Nobel per la Pace, Maria Ressa. Cofondatrice del sito giornalistico Rappler, nella seconda metà degli anni 2010 si è distinta per le critiche sull’operato del presidente filippino Rodrigo Duterte nell’ambito della sua “guerra alla droga”, venendo arrestata e condannata per diffamazione online per la sua attività. Maria Ressa partecipa a diversi panel #ijf24, tra cui un’approfondita intervista su democrazia, disinformazione e demagogia con Julie Posetti, vicepresidente della Ricerca Globale presso il Centro Internazionale per i Giornalisti (ICFJ) e docente City, University of London.
La giornalista Daphne Caruana Galizia ha denunciato la corruzione e gli illeciti a Malta prima di essere assassinata da coloro che cercava di portare davanti alla giustizia. La sua morte ha portato a importanti processi penali e a un libro pubblicato nel 2023 dal suo figlio più giovane, Paul Caruana Galizia. Giornalista investigativo e autore di A Death in Malta: An assassination and a family’s quest for justice interviene a #ijf24 intervistato da Jane Martinson, giornalista investigativa e autrice, nell’incontro Una vita per il giornalismo e la giustizia: in memoria di Daphne Caruana Galizia.
Destinato ai giornalisti, ma utile anche ai politici e in generale a tutti coloro il cui obiettivo sia dire le cose chiaramente e farsi capire, l’incontro La comunicazione come cultura, con Ros Atkins analysis editor della BBC News. Giornalista e volto popolare della rete britannica, analizza e spiega fatti e temi del momento in una rubrica di pochi minuti detta “Explainer”, realizzata con linguaggio comprensibile anche quando si affrontano argomenti particolarmente complessi. La sua tecnica di comunicazione è oggi illustrata nel libro The Art of Explanation, un must per chi vuole lavorare nel mondo dell’informazione e la comunicazione in generale.
In una conversazione dal respiro internazionale lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Barbara Serra, Sky News Uk ed ex Al Jazeera, seguono la linea criminale e mafiosa che attraversa i grandi temi della politica dalla Russia di Putin, alle elezioni europee, all’Ecuador posando lo sguardo anche sull’Italia.
Nessuno come Zerocalcare è riuscito a portare al centro del dibattito una serie di vicende poco note che sono di norma relegate al circuito ristretto della controinformazione. Dal drammatico caso di Ilaria Salis alla triste sorte di Ugo Russo, passando per le torture inflitte ad Alfredo Cospito, sono racconti marginali che toccano temi divisivi, affrontati dall’autore ascoltando tutte le parti coinvolte e mettendo su carta ogni possibile punto di vista. È un giornalismo a fumetti capace di prendere di petto i temi più scottanti, così come quelli destinati all’oblio, senza rinunciare in nessun caso alla comicità, senza cedere di un millimetro sui propri convincimenti, senza perdere mai di vista la propria area di appartenenza. Zerocalcare, stimolato dalle domande del giornalista, scrittore e sceneggiatore Oscar Glioti ci conduce Nel buco nero della stampa.
Imperdibile e particolarmente raro l’incontro con Federica Sciarelli e con il team di mitici inviati di Chi l’ha visto?, considerando la solita dedizione agli impegni investigativi che li tengono lontani da eventi pubblici. La trasmissione più longeva e partecipata della Tv italiana, che da 35 anni svolge servizio pubblico per la ricerca di persone scomparse con migliaia di casi risolti, ha un metodo di successo ed è un caso di scuola per il giornalismo investigativo.
Media in esilio
Come operano dall’estero quelle che sono vere e proprie redazioni in esilio, create per poter informare i propri connazionali in sicurezza e senza accettare compromessi censori, o come resistono quelle realtà che restano in patria?
A #ijf24 i casi di eccellenza come AMU TV, l’emittente indipendente afghana che supera la censura mediatica dei talebani e risponde al grave bisogno di reportage imparziali e contenuti culturali nel paese. Intevengono il CEO e fondatore Lotfullah Najafizada in conversazione con Phil Chetwynd, direttore dell’agenzia France Presse.
L’ambiente mediatico della Bielorussia è tra i più restrittivi in Europa, con lo Stato che utilizza misure fisiche, digitali e legali per controllare lo spazio dell’informazione e garantire elevati livelli di propaganda di Stato e penetrazione della disinformazione russa. Tuttavia, nonostante il fatto che dalla metà del 2021 la maggior parte degli organi d’informazione operi dall’esilio, essi mantengono la portata e la fiducia del loro pubblico all’interno della Bielorussia. Come nel caso delle due realtà mediatiche Zerkalo.io, il media più diffuso in nel paese prima che fosse soppresso dalle autorità, e Nasha Niva, una delle più antiche pubblicazioni socio-politiche indipendenti in Bielorussia. Se ne parla con le rispettive direttrici di testata Aleksandra Pushkina e Nasta Rouda.
Intelligenza artificiale
L’Intelligenza Artificiale è senza dubbio una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche che l’uomo abbia mai sperimentato. È un tema storicamente e scientificamente molto dibattuto. IJF24 dedica un ampio approfondimento in diversi incontri tra cui:
Come domare le reti neurali nei modelli di intelligenza artificiale, con Christina Elmer, professoressa in Giornalismo Digitale e Giornalismo dei Dati presso l’Università di TU Dortmund, in Germania, Uli Köppen responsabile del laboratorio di Intelligenza Artificiale e Automazione presso Bayerischer Rundfunk (ARD), Maren Urner neuroscienziata tedesca, co-fondatrice di Perspective Daily, professoressa di Psicologia dei Media e autrice di bestseller, Olle Zachrison Responsabile della Strategia di Intelligenza Artificiale e Notizie presso la Radio Svedese.
Il Giornalismo può sopravvivere all’AI? con Julia Angwin premiata giornalista d’inchiesta, scrittrice di bestseller, editorialista del New York Times; Meredith Broussard giornalista e professoressa associata presso l’Istituto di Giornalismo Arthur L. Carter della New York University; Dhruv Mehrotra giornalista investigativo di dati per WIRED, Courtney C. Radsch giornalista, autrice e studiosa che scrive e parla del modo in cui la tecnologia influisce sul giornalismo. È direttrice del Center for Journalism and Liberty presso l’Open Markets Institute.
L’AI generativa delle notizie: un anno dopo con Nicholas Diakopoulos professore Comunicazione e Informatica presso la Northwestern University, dove dirige il Computational Journalism Lab, Chris Moran direttore dell’innovazione editoriale del The Guardian, Felix M. Simon giornalista, ricercatore in comunicazione e dottorando presso l’Oxford Internet Institute e assistente di ricerca presso il Reuters Institute for the Study of Journalism, Agnes Stenbom capo di IN/LAB, che esplora i futuri delle notizie all’incrocio tra giornalismo, tecnologia e democrazia attraverso una nuova iniziativa sperimentale di Schibsted e del Tinius Trust.
Clima
Il 2023 è l’anno più caldo mai registrato nella storia, con una temperatura globale vicina al limite di 1.5°C. Lo ha stabilito ufficialmente a gennaio di quest’anno uno studio di Copernicus, l’Istituto europeo per il monitoraggio del cambiamento climatico. Tanti gli appuntamenti in programma al Festival Internazionale del Giornalismo.
Ne citiamo solo alcuni:
Investigazioni pantropicali: collaborazioni su crimini ambientali e distruzione con Anton L. Delgado giornalista del Southeast Asia Globe, Gustavo Faleiros direttore delle indagini ambientali presso il Pulitzer Center, dove coordina la Rainforest Investigations Network, Josiane Kouagheu giornalista camerunense premiata che ha coperto la guerra civile, gli abusi dei diritti umani e le questioni sanitarie per Le Monde Afrique e Reuters, tra gli altri. Andrés Bermúdez Liévano giornalista colombiano che lavora presso il Latin American Center for Investigative Journalism.
Come coprire efficacemente i cambiamenti climatici con Juan Manuel Benítez professore della Columbia University; Anna Bressanin redattrice BBC Reel; Adam Levy scienziato del clima e divulgatore, Amy Westervelt giornalista investigativa sul clima pluripremiata, scrive per Inside Climate News, The Washington Post, The Guardian, The Intercept, NPR e molte altre.
Il pianeta sta cambiando quindi perché non lo facciamo noi? con Ali Rae e Meenakshi Ravi film-maker e produttrici di Al Jazeera
Giornalismo investigativo e cambiamento climatico: monitorare l’industria dei combustibili fossili con Anne Koch direttrice Global Investigative Journalism Network (GIJN), Sunita Narain, direttrice generale del Centro per la Scienza e l’Ambiente, attivista e giornalista, Ajit Niranjan corrispondente Europeo sull’Ambiente del The Guardian, Amy Westervelt.
Crisi climatica a lezione da Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana intervistato dalla giornalista climatica Stella Levantesi.
Donne
Patriarcato, femminicidi, stereotipi sessisti, delegittimazioni, il dibattito attorno alle donne, parità e diritti è vivo ma ancora molto dibattuto in tutto il mondo. Gli approfondimenti in diversi panel.
Ne citiamo solo alcuni:
Donne in rete, una battaglia quotidiana? con Vera Gheno e Galatea Vaglio.
Studiose, attiviste, divulgatrici in Rete con Donata Columbro, Vera Gheno, Lilia Giugni, Silvia Semenzin
Oltre il velo: i diversi attori della società civile nel movimento trainato dalle donne in Iran con Luciana Borsatti, Sara Hejazi, Mostafa Khosravi, Farian Sabahi
Veri uomini, il sistema che ‘’uccide’’ le donne e non solo con Matteo Bussola, Lorenzo Gasparrini, Valentina Mira Maria, Giuseppina Pacilli.
Infrangere le barriere: donne leader alla guida della gestione del cambiamento con Jin Ding, Yukari Kane, Niketa Patel, Aimee Rinehart
Diversity
La queerness diventa una chiave per emancipare le donne, le persone Lgbtqia+, i corpi non conformi, denunciare il razzismo e promuovere una narrazione consapevole delle molteplici differenze umane che, ancora oggi, sono soggette a discriminazione. Per riconoscere, infine, i pregiudizi nei media e dentro di noi, oltre che un’occasione per scoprire altri punti di vista, quelli di tutt! Dove per ‘tutt’ non si pone una semplice questione linguistica o fonetica, ma di diritti e inclusività. Ovvero la libertà di ognuno di declinare e di affermare la propria identità di genere nei termini che più ritiene appropriati, pur sentendosi parte di tutti, tutte, tutt’, tutt*, tuttə, tutt. A #ijf24 Queer libera tutt con Giulia Blasi, Karma_B, Karima Moual, Pasquale Quaranta.
Altri eventi italiani
Crisi climatica: i rischi d’indagare le responsabilità delle compagnie fossili. In ricordo di Andrea Purgatori a cura di Greenpeace (interviene tra gli altri il figlio di Andrea Purtagatori, Edoardo).
La giustizia climatica e il diritto di protesta in Europa: la criminalizzazione dei nuovi movimenti a cura di Amnesty International.
La resistenza delle donne afghane – proiezione docufilm del quotidiano Avvenire ‘The dreamers: Afghan Women’s Resistence’ con Lucia Capuzzi, Fatima Haidari, Zahra Nader
Piero Angela, la meraviglia del tutto con Massimo Polidoro e Silvia Bencivelli
Le mosse del cavallo e della torre con Marco Damilano
Russia e Ucraina due anni dopo con Giovanni Savino, Andrea Brashayko, Maria Chiara Franceschelli, Claudia Bettiol
La scienza di tutti i giorni: quali linguaggi e quali racconti? con Dario Bressanini, Beatrice Mautino, Elisabetta Tola
Da Londra a Napoli: le gang di giovanissimi e la musica come arma,con Lirio Abbate, Amalia De Simone, Real, Paola Zukar
Sanità pubblica, bene comune da tutelare con Silvia Bencivelli, Nino Cartabellotta, Alice Facchini, Alessandra Vescio
Nel continente Nero – la destra alla conquista dell’Europa con Francesco Cancellato, Tonia Mastrobuoni, Stefano Vergine
Le stragi tra punti fermi, segreti e lacune con Benedetta Tobagi e Paolo Biondani
Da “Veleno” a “Dove nessuno guarda”: Pablo Trincia e la potenza delle storie e della voce, con Raffaella Ferrè e Pablo Trincia
Il momento fascista globale con Paolo Berizzi, Leonardo Bianchi, Annalisa Camilli
Siria dimenticata con Marta Bellingreri, Riccardo Cristiano, Asmae Dachan
Tre mondi e tre AI? con Fabio Chiusi, Carola Frediani, Simone Pieranni, Bruno Saetta
Nell’ambito della XVIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo si terrà la prima edizione di Valigia Blu Live #ijf24, una serie di incontri organizzati dallo spazio collettivo Valigia Blu.
Come ogni anno gli eventi saranno a ingresso libero. Tutti gli incontri saranno in diretta streaming e on demand sul sito alla voce programma, all’interno delle singole pagine degli eventi, sul canale YouTube del Festival. Anche quest’anno in tutte le sale sarà previsto per gli eventi un servizio di traduzione automatica in tempo reale (AI-generated real-time translation), tramite il software W-AIspeech, realizzato dal Festival Internazionale del Giornalismo in collaborazione con WILDOO.AI.
Ricordiamo che il programma completo è disponibile sul nostro sito festivaldelgiornalismo.com e journalismfestival.com (navigabile per giorni, sale, speaker, categorie) ed è aggiornato in tempo reale. È inoltre possibile salvare sulla propria agenda elettronica gli eventi che si desidera seguire giorno per giorno.
La XVIII edizione può contare sulla donazione di Craig Newmark, tra i più importanti filantropi al mondo. Con la sua fondazione, la Craig Newmark Philanthropies, è tra i nostri principali sostenitori.
Partner istituzionali: Regione Umbria e Comune di Perugia.
Main sponsor: Google News Initiative e Knight Foundation.
Sponsor: Luminate, McKinsey & Company, Microsoft, Open Society Foundations.
Tra i partner istituzionali anche Commissione europea e Parlamento europeo.
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