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Agi, Rai e concentrazioni editoriali, l’Italia è un caso per l’Europa. L’assemblea di Articolo 21

Articolo 21 il . Associazioni, Brevi, Costituzione, Diritti, Informazione, Internazionale, Istituzioni, Politica

Un appello all’Europa e all’Onu per capire e far conoscere i rischi che sta correndo l’informazione in Italia.

Questo il nodo più importante affrontato nella riunione di Articolo 21 di questa mattina con numerosi ospiti, tra cui la professoressa Marina Castellaneta, il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, la segretaria Paola Spadari, il Presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, Raffaele Cappuccio del cdr di RaiNews24 e Fabio Greco del cdr dell’Agi.

È stato proprio Greco ad aprire gli interventi sulle lesioni alla libertà di stampa che potrebbero verificarsi con la vendita (già in corso) dell’Agi al parlamentare Antonio Angelucci.

“Abbiamo chiesto i termini di questa vendita  – ha detto Greco – che sono ambigui e preoccupanti, non ci sono arrivate risposte dall’azienda, dall’editore. Questa settimana è delicatissima, l’annuncio ufficiale doveva arrivare questa settimana ma evidentemente la pressione pubblica con le organizzazioni sindacali è servita a rallentare le cose. Tuttavia questa settimana sarà cruciale e stiamo valutando altre azioni dopo i 5 giorni di sciopero, c’è sintonia tra cdr e assemblea di redazione che hanno proceduto con grande unità. Sottolineo qui, purtroppo, il silenzio delle authority, che non si fanno sentire e mi riferisco all’Agcom; servirebbe perlomeno un bando di gara che dica che cosa sta succedendo in Italia quando una partecipata di Stato vende un proprio asset che riguarda l’informazione e l’articolo 21 della Costituzione; abbiamo fatto un appello alle autorità di garanzia e alle massime autorità del Paese, vogliamo mettere in campo delle azioni legali e vorremmo anche sapere quali margini abbiamo con il Media Freedom Act che definisce una cornice di tutela rispetto ad alcune concentrazioni”.

Una riflessione (preoccupata) è arrivata anche da parte di Raffaele Cappuccio del cdr di RaiNews. “Vorremmo avere regole che siano valide sempre – ha detto –  e comunque indipendentemente dal Governo in carica”.

Per Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale del presidi di Articolo 21 “è chiarissimo come negli ultimi rapporti internazionali l’Italia sia sempre più accanto all’Ungheria”.

Nel suo intervento Vittorio Di Trapani è tornato sul “clima all’interno dell’Agi, che non è dei migliori e questo conta perché ci sono fasi in cui è difficile schierarsi, esporsi come è accaduto in modo collettivo nella categoria negli ultimi giorni. Fabio Greco ha fatto riferimento alle Autorità di controllo interne e ciò è importante e ciò è importante perché quella che sta avvenendo è una concentrazione che gira attorno ad interessi politici ed economici visto l’editore interessato (Antonio Angelucci, già editore di altri quotidiani italiani ndc) e l’Europa deve accendere la luce su questo. Siamo di fronte ad un ministro che vende un asset di una partecipata di Stato ad un parlamentare del suo stesso gruppo politico, ciò apre perlomeno degli interrogativi”.

Anche il Presidente del Cnog, Carlo Bartoli, ha ribadito che esiste una “emergenza che riguarda l’informazione primaria, siamo a disposizione per le iniziative”.

La professoressa Marina Castellaneta ha riassunto i principi e l’impatto dell’Emfa nell’ordinamento italiano quando sarà recepito.

“L’Emfa è un regolamento importante insieme alla Direttiva anti slapp – ha detto Castellaneta –  ma il regolamento deve essere ancora pubblicato in Gazzetta e ci vorrà tempo per applicarlo. Bisogna dire che esso in realtà lascia un margine di intervento molto ampio, la questione del pluralismo dei media in Italia è rimasta sempre allarmante. Va detto che è invece riconosciuto un ruolo importante al monitoraggio. In generale siamo davanti ad un quadro di abbassamento della libertà di stampa in Italia che la rende simile a Paesi come Ungheria. È importante interloquire con la Commissione Europea quando va a fare la relazione dello stato dei diritto nei Paesi, che contempla tra i pilastri il pluralismo e libertà di stampa ed è stato già detto che non c’è libertà in Italia perché ci sono problemi di finanziamento che si dice deve essere pluriennale non annuale, poiché va svincolato dal momento politico. Il nuovo rapporto sullo stato di diritto verrà presentato a giugno 2024″.

In conclusione dei lavori Vincenzo Vita ha ribadito i limiti dell’Emfa specie in relazione ai tempi della sua entrata in vigore.

Articolo 21

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