Bambini testimoni involontari di violenza di genere, ma anche vittime dirette
Sono stati 2.124 i casi di violenza domestica registrati nel 2023 in cui le vittime sono risultati i minori, equamente divisi tra i due sessi (51,1% femmine e 48,7% maschi), con il 52% di minori di età pari o inferiore ai 10 anni.
Sono alcuni dei dati del report di alcuni giorni fa redatto dal Servizio Analisi Criminale, struttura a composizione interforze, del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in collaborazione con Save the Children Italia (ONG che, come noto, opera per promuovere e tutelare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Un lavoro prezioso reso possibile grazie al patrimonio informativo che viene acquisito nel corso dei tanti interventi delle forze di polizia, sia di prevenzione che di repressione, effettuati sul territorio nazionale.
Grazie alla applicazione interforze denominata SCUDO finalizzata “a ricostruire e collegare i diversi episodi che coinvolgono presunti autori e vittime delle violenze domestiche e di genere” è stato possibile effettuare un attento monitoraggio che comprende una serie di informazioni tra cui la provincia di intervento, la descrizione del motivo dell’intervento, il ruolo di tutte le persone coinvolte, il genere e l’età delle persone coinvolte, la relazione tra la presunta vittima e il presunto autore, la presenza di minori coabitanti con le persone coinvolte.
Così, in generale, in tutto il 2023 le forze di polizia hanno effettuato 17.768 controlli per “presunte violenze di genere o domestiche” (una media di 49 controlli giornalieri) che hanno coinvolto, in vari ruoli, 43.759 persone di cui 19.152 (il 43,8%) presunte vittime, in prevalenza di sesso femminile (72%) e con un’età media di 41 anni. Nel 90% dei casi esaminati il responsabile della violenza fa parte della cerchia ristretta e familiare della donna (convivente/coniuge, parente o familiare, partner o ex).
Nel contesto delle violenze operate nei confronti delle donne da parte di persone legate da relazioni di tipo sentimentale, in due casi su cinque è risultata la presenza di minori coabitanti che subiscono effetti fortemente negativi sia immediati (sullo sviluppo fisico e cognitivo, sul comportamento e sulla capacità di socializzazione) che di lungo termine, nel corso della vita da adulti.
Un problema di grande rilevanza ove si rifletta anche alle vittime minorenni che nell’anno in esame sono state, come sopra indicato, ben 2.124 di cui 1.086 femmine e 1.036 maschi (per 2 persone il sesso non è identificato) con il 34% in età compresa tra 0 e 6 anni ed un 48% tra gli 11 e i 17 anni.
Un problema che può essere affrontato e scongiurato “solo creando, da parte di tutti i soggetti interessati, una rete di sostegno e di protezione efficace intorno alle complesse realtà della violenza di genere e dei minori violati, che in molti casi appaiono collegate”.
Fondamentale resta sempre la denuncia tempestiva alle forze di polizia per consentire l’emersione del “sommerso delle violenze” e penetrare il mondo celato degli abusi e delle violenze sulle donne, sui giovani e giovanissimi.
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