Si è concluso il processo per l’attentato a Strasburgo
Il 29 febbraio 2024 si è aperto in Corte d’assise a Parigi il processo per l’attentato dell’11 dicembre 2018 al mercatino di Natale di Strasburgo. Ieri, 4 aprile, si è concluso dopo 5 settimane con la sentenza con la condanna di colpevolezza a tre persone. Audrey Mondjehi, il principale imputato, è stato condannato a 30 anni di reclusione e ad una interdizione permanente nel territorio francese, confermando l’accusa di associazione a delinquere di matrice terroristica. Cinque anni con due anni di messa alla prova a Christian Hoffmann e quattro anni con due anni di messa alla prova per Frédéric Bodein per associazione a delinquere. Avranno un periodo di dieci giorni per presentare ricorso alla Corte d’Appello a partire dalla data della sentenza.
Un quinto imputato, di 83 anni, con l’accusa di aver venduto a Mondjehi e Chekatt l’arma del delitto poche ore prima dell’attacco non è stato processato perché un esame medico ha stabilito che le sue condizioni di salute non lo permettono. Stephan Bodein è stato assolto.
Non c’è stato verdetto ovviamente per Chérif Chekatt, l’autore della strage, ucciso il 13 dicembre 2018 dalla polizia.
In questo mese, abbiamo seguito le udienze portando anche la nostra testimonianza davanti alla Corte. L’impegno di Antonio e della Fondazione sono stati al centro della nostra riflessione. Abbiamo anche raccontato delle molte attività che portiamo avanti insieme alle tante persone che ci supportano.
Si dice che con il tempo il dolore diminuisce, non è vero. Il dolore rimane, ma si impara a gestirlo. Nessun verdetto restituirà la vita ad Antonio, Bartek e alle altre vittime, ma la Giustizia ha il compito di ristabilire l’ordine sociale.
La narrazione della violenza e dell’odio si oppone alla resilienza dei racconti delle vittime. Un giovane di 29 anni ha deciso di mettere in atto un progetto mortifero. Antonio, con la sua fame di vita incarna tutto il contrario: l’amore per la conoscenza e la diversità.
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