L’impegno quotidiano per la legalità oltre gli eventi
La riflessione di Piero Sorrentino sulle pagine del Mattino a proposito delle “Giornate speciali, dedicate durante l’anno a varie ricorrenze celebrative”, induce inevitabilmente a qualche approfondimento. Devo convenire che anche a me pare un po’ paradossale l’accumulo, forse spropositato, di tante tematiche così differenti.
Nel mio ruolo di referente emerito di Libera per la Campania, tra i fondatori della Fondazione Pol.i.s. con Palmese e Tedesco, e di presidente onorario della Fondazione Giancarlo Siani Onlus, intendo però brevemente soffermarmi sul tema della legalità.
La Giornata della lotta alle mafie, del ricordo per le vittime innocenti di ogni criminalità, al centro della giornata di mobilitazione civile del 21 marzo, ormai da vent’anni. Non bisogna sottovalutare il fatto che per quelle migliaia di persone, scuole, associazioni che scendono in piazza nella “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno” voluta da don Ciotti, in realtà il 21 marzo sia sempre un “punto di arrivo e di partenza”.
Si tratta certo di un fondamentale appuntamento corale, di fronte a tutta l’opinione pubblica, giustamente seguito ed amplificato dal meritorio e crescente impegno dei mass media. Ma, mi permetto di dire, non si tratta della cosa più importante. Fino al giorno prima di quella scadenza e a partire dal giorno dopo, in tantissime città italiane va avanti un lavoro capillare di riflessione, ricostruzione storica, impegno di studio per una vitale educazione civica.
Non si tratta di mobilitazione fisica, ma di mobilitazione morale e culturale per formare cittadini responsabili e coscienti. E non parlo soltanto dei tanti incontri con esperti, testimoni, magistrati e avvocati, ma anche di quelli con i parenti delle vittime, in Campania oltre 150, che raccontano le storie di impegno e sofferenza dei loro cari ma anche di quelli morti non “per caso e che non si trovavano nel momento sbagliato nel posto sbagliato”, come spesso colpevolmente e pigramente viene detto, ma che si sono trovati nella traiettoria criminale della violenta sopraffazione. Che è compito precipuo della società e dello Stato in tutte le sue forme di contrastare.
Ecco il punto: nelle scuole s’intreccia lo studio della storia, della geografia e della letteratura con l’educazione civica per formare ragazzi coscienti e responsabili della difesa dei valori della vita e della ribellione all’ingiustizia ed alla sopraffazione. E questo avviene pacatamente in tanti degli altri 364 giorni e non solo in quella “Giornata nazionale”, riconosciuta anche da una Legge dello Stato, grazie a tantissimi docenti.
E che dire poi della fatica e dell’impegno dei tanti che riutilizzano in mille utili forme i beni confiscati e sottratti alla criminalità organizzata, trasformati da luoghi dell’imperio mafioso a luoghi di nuova socialità o di produzione di prodotti di qualità, per un’alternativa di vita e di sviluppo? Sono centinaia le visite organizzate dai ragazzi.
Concordo invece pienamente con Sorrentino la necessità altresì di un costante impegno per esempi quotidiani positivi contro le pervasive logiche di arricchimenti illeciti o di prevaricazione e violenza diffusa. La due cose non sono in alternativa e qui necessita non solo la “richiamata riflessione” ma un maggiore qualificato impegno di tutti. Non voglio rischiare di cadere in una stucchevole retorica, ma di questo si tratta e non va dimenticato o sottovalutato.
Scrivo queste righe prima dell’appuntamento dedicato a Forcella ad Annalisa Durante ed all’impresa di papà Giannino e di Pino Perna per fare di un luogo che ricordava la morte in luogo di vita e di cultura ora noto in tutt’Europa; e parallelamente ci sarà poi anche l’intitolazione di una via a Secondigliano a Gianluca Cimminiello. Una “nervatura trasversale d’impegno civile permanente”, a cui tutti siamo chiamati a contribuire di più. Grazie a chi lo rende sempre possibile, con grande umiltà.
* Presidente emerito Libera Campania e Fondazione Siani
Fonte: Il Mattino
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