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A proposito della marcia per la legalità di Casarano (LE)

Marilù Mastrogiovanni * il . Associazioni, Giustizia, Istituzioni, Mafie, Politica, Puglia

Da vent’anni mi occupo di sacra corona unita.

Dopo l’ennesimo omicidio di mafia in pieno centro a Casarano (Lecce), è stata organizzata una manifestazione per la legalità a cui hanno aderito quasi tutti i sindaci del Salento.

La marcia è un segnale che lascia ben sperare: decine di sindaci del Salento hanno aderito alla manifestazione per la legalità. È importante infatti che le azioni degli amministratori locali siano indipendenti e mai piegate a logiche e pressioni mafiose.

Così come indipendente e libera deve essere la stampa, per formare un’opinione pubblica consapevole anche del pericolo che tutta la comunità corre, se si abbassa la guardia.

Tuttavia, lo dicono le statistiche, le querele temerarie arrivano ai giornalisti soprattutto dagli amministratori locali, che mal tollerano chi nell’interesse pubblico dà notizie scomode, pagando altissimi costi personali.

Il sequestro del mio giornale, i manifesti contro di me, le decine di querele, archiviate o concluse con una sentenza di assoluzione, le misure di protezione, il trasferimento ad altra città, sono il prezzo che personalmente ho dovuto pagare.

Nei processi ancora in corso mi si contesta di aver scritto che a Casarano c’è la mafia. Oggi, dopo 12 anni e diversi omicidi, tentati omicidi, arresti e retate, incendi, minacce, pressioni, se ne sono accorti tutti.

(Nella foto: il manifesto del 2016 contro di me, a firma dell’amministrazione comunale)

* Direttrice responsabile “Il Tacco d’Italia”


La mafia dei linfonodi, tra grano, loglio e amici degli amici

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