Alcuni dati sul contrasto delle forze di polizia alla criminalità mafiosa
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza con il Servizio Analisi Criminale (ufficio interforze) ha elaborato nei giorni scorsi un interessante report riportante i dati, non consolidati al 5 marzo, relativi alle più importanti operazioni concluse dal 22 ottobre 2022 al 29 febbraio 2024, nei confronti della criminalità mafiosa, ai beni sequestrati e confiscati, ai latitanti catturati.
Un riepilogo importante che mette in evidenza il grande lavoro fatto da poliziotti, carabinieri e finanzieri in ambiti criminali non facili da penetrare.
Impressionante il numero di beni sequestrati complessivamente alle quattro mafie tradizionali (camorra, cosa nostra, criminalità pugliese, ‘ndrangheta) e ad altre compagini criminali, ed in particolare: 11.716 beni che comprendono appartamenti, ville, terreni, autovetture, moto, natanti, aziende, titoli, quote societarie, somme di denaro, depositi bancari, tra cui 567 aziende, per un valore complessivo di 1.760.555.093 euro.
Alla camorra sono stati “congelati” beni per il valore maggiore (629.097.681 euro), seguita dalla ‘ndrangheta (600.662.541 euro), dalla criminalità pugliese (69.601.068 euro), da cosa nostra (69.155.216 euro), dalle altre organizzazioni criminali, anche straniere (392.038.586 euro).
Una montagna di denaro riciclato dalle mafie che già poco più di dieci anni fa il Fondo monetario internazionale stimava in oltre 110 miliardi di euro di cui 90 miliardi di denaro “pulito”, al netto del riciclaggio, di cui ben 44 miliardi nella disponibilità della ‘ndrangheta che resta sempre la prima organizzazione criminale italiana per fatturato e presenza sul territorio mondiale.
Le mafie, alla fine, sono sempre più ricche e in grado di investire il patrimonio non solo in nuovi affari ma anche a creare nuove cortine fumogene per eludere le indagini.
Particolarmente soddisfacente anche l’azione di ricerca e cattura dei latitanti per un totale di 68 (27 della camorra, 22 della ‘ndrangheta, 9 della criminalità pugliese e 2 di cosa nostra) tra quelli indicati come “pericolosi” e “di rilievo”, alcuni arrestati in Messico (Andrea Deiana), in Spagna (Troiano Gianluigi), in Corsica (Raduano Marco), in Grecia (Vincenzo La Porta), in Francia (Edgardo Greco), in Turchia (Maka Katibashvili).
Tutto ciò reso possibile dai reparti investigativi delle nostre forze di polizia che si confermano di ottimo livello a livello internazionale nel contrasto alla criminalità mafiosa.
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La stabilità delle Nazioni minacciata dalla criminalità organizzata transnazionale
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