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De Raho è degno di Falcone

Gian Carlo Caselli il . Giustizia, Istituzioni, Mafie, Memoria

Un duro attacco (per Ilaria Proietti un vero linciaggio) è stato scatenato da vari esponenti della maggioranza contro Federico Cafiero De Raho: la sua attuale carica di vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia sarebbe incompatibile con l’attività che tale commissione si appresta a compiere per definire alcuni fatti che sembra siano stati commessi da due uomini della  DNA (Direzione Nazionale Antimafia) anche – ma non soltanto – quando De Raho ne era presidente.

Se mai esistesse una “galleria” delle più eminenti figure antimafia, Cafiero De Raho avrebbe diritto di farne parte, accanto a Gaetano Costa, Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Nino Caponnetto, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Pino Puglisi, don Beppe Diana, Peppino Impastato e altri ancora.

Vale a dire che De Raho tutto può meritare meno che il ”linciaggio” cui viene con disinvolta protervia sottoposto. Frutto perverso della abitudine malsana di snaturare le parole e di piegare i concetti fino a sterminarne il significato, rovesciando sistematicamente la verità e costruendo una realtà virtuale, sulla quale imporre le proprie scelte e persino l’esercizio del potere.

I percorsi di legalità, e quindi di verità, sono da tempo inquinati da questo triste fenomeno, praticato soprattutto  da coloro che vorrebbero sottoporre i magistrati a test psico-attitudinali, riesumando senza vergogna una proposta del venerabile Licio Gelli.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, 06/03/2024

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