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Rapporto 2024 della Piattaforma per la sicurezza dei giornalisti: preoccupano spyware e azioni legali abusive

Fnsi il . Brevi, Criminalità, Diritti, Informazione, Internazionale, Istituzioni, Politica

Presentato lo studio annuale realizzato dalle organizzazioni partner del Consiglio d’Europa. Nel 2023 sono stati 285 gli avvisi riguardanti gravi minacce o attacchi alla libertà dei media. Nel 2022 erano stati 289.

L’illecito utilizzo di spyware contro i giornalisti, il ricorso ad azioni legali abusive contro i cronisti per ostacolarne il lavoro investigativo e la situazione precaria di molti reporter in esilio, in particolare dalla Russia e dalla Bielorussia, sono alcune delle principali preoccupazioni espresse dalle organizzazioni partner della Piattaforma del Consiglio d’Europa per protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti nel Report 2024 sull’attività svolta.

Pubblicato martedì 5 marzo 2024 con il titolo ‘Libertà di stampa in Europa: è tempo di invertire la tendenza’, il rapporto valuta le principali questioni che minano la libertà di stampa, tra cui minacce e intimidazioni, detenzione, leggi restrittive, azioni legali abusive, attacchi ai media del servizio pubblico, e formula raccomandazioni per affrontarle.

Nel 2023, i partner della piattaforma hanno pubblicato 285 avvisi riguardanti gravi minacce o attacchi alla libertà dei media in Europa, rispetto ai 289 avvisi del 2022. Sebbene nel 2023 il numero di giornalisti uccisi e i casi di violenza di strada contro di loro sia diminuito, gli avvisi sulla piattaforma mostrano una crescente diversità di minacce, pressioni e vincoli che subiscono i giornalisti nello svolgimento del loro lavoro.

La Piattaforma del Consiglio d’Europa per rafforzare la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti è stata istituita dal Consiglio d’Europa nel 2015, in cooperazione con Ong internazionali attive nel campo della libertà di espressione e associazioni di giornalisti, con l’obiettivo di fornire informazioni che potrebbero servire come base per il dialogo con gli Stati membri su possibili misure protettive e correttive.

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