Cocaina, eccesso di produzione e prezzi al ribasso
In attesa della relazione annuale della DCSA sull’attività di contrasto al narcotraffico svolta dalle forze di polizia nel 2023 (incomprensibile perché, nel frattempo, non siano stati pubblicati sul sito DCSA i dati dell’ultimo trimestre 2023), alcuni dati ufficiosi acquisiti sono la conferma che il nostro Paese continua ad essere un punto di passaggio di rilevanti carichi di cocaina, diretti verso altri mercati europei, gestiti da gruppi criminali balcanici in combutta sia con le organizzazioni dei Paesi produttori (Colombia,Perù, Bolivia) che con quelle di “casa nostra”.
I sequestri della “polvere bianca” che raggiunsero il valore record assoluto di 26.099 kg. nel 2022, si attesteranno nel 2023 intorno ai 21mila kg. come nel 2021 e rappresenteranno la conferma di come il livello dei sequestri sia sempre rilevante rispetto al recente passato (3.634kg. nel 2018, 8.277kg nel 2019 e 13.596 nel 2020).
In questo scenario, riveste un ruolo di assoluta centralità il porto di Gioia Tauro nel quale si concentra oltre il 50% dei sequestri sul totale nazionale della cocaina (oltre 7 ton. nel 2023), approdo in cui, nel mese di febbraio scorso, è emerso il coinvolgimento di funzionari dell’Agenzia delle Dogane (due arrestati) che con altre persone indagate avrebbero “agevolato”il passaggio dei container contenenti cocaina, evitando i controlli, alterando gli esiti delle ispezioni ed omettendo le anomalie riscontrate.
Già nel 2022, nel corso di una operazione di polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, erano state evidenziate connivenze di operatori interni allo scalo gioiese che assicuravano il recupero e il trasferimento dal porto di ingenti partite di cocaina giunta a bordo di navi cargo provenienti dai paesi del Sudamerica.
Nei paesi andini la produzione di cocaina è notevolmente aumentata e oggi si parla di una produzione annua di circa 2mila tonnellate gran parte delle quali destinate ai mercati americano ed europeo.
Anche di recente, nel porto di Algeciras, vicino a Gibilterra, le autorità spagnole hanno scoperto ben otto tonnellate di cocaina imballate in più di settemila pacchi, nascoste in un finto generatore elettrico provenienti dal Suriname e diretta in Portogallo (a dicembre 2023, in due distinte operazioni antidroga, in Galizia e nel porto di Valencia, erano state bloccate 11 ton. di cocaina).
Il narcotraffico internazionale, secondo valutazioni concordi di analisti dell’UE, starebbe attraversando una fase di “sovrapproduzione” con il conseguente calo del prezzo di un chilogrammo di cocaina passato dagli oltre 30mila euro di qualche anno fa ai 18mila euro di oggi.
I buoni risultati ottenuti dai dispositivi di contrasto nelle zone di frontiera marittima sono certamente da attribuire alle strategie delle forze di polizia nei vari paesi e ad una più evoluta ed incisiva analisi di rischio applicata analizzando i movimenti e la circolazione dei container commerciali.
Per potenziare ancor di più la capacità di monitorare le rotte commerciali ed il complesso sistema di movimentazione dei container, la DCSA ha realizzato un buon lavoro di analisi sulla scorta dei dati relativi a sequestri a livello internazionale e sulle rotte maggiormente utilizzate per i traffici di cocaina dal Sud America verso i porti italiani ed europei, nonché sui sistemi più ricorrenti di occultamento della droga trasportata via mare tramite container.
Su questo aspetto ed in particolare sulla capacità di controllo degli scali marittimi per l’individuazione dei container “contaminati”, sulla movimentazione dei contenitori all’interno degli hub, la DCSA nella relazione 2023 (su dati del 2022) ha messo in guardia parlando della “linea rossa lungo cui correrà, nel prossimo futuro, negli scali nazionali e ancor più nei grandi porti europei, l’azione repressiva del narcotraffico”.
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L’egemonia dei narcos colombiani sul mercato mondiale della cocaina
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