Mafia Unica a Milano: dopo il rigetto del gip al via le udienze del riesame a Marzo
Inizieranno il prossimo 15 marzo le udienze al Tribunale del Riesame di Milano per il ricorso della Dda della Procura nell’ambito dell’inchiesta Hydra sulla presunta esistenza del sistema mafioso lombardo costituito da appartenenti a Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra contro l’ordinanza del gip Tommaso Perna che non ha riconosciuto l’impianto accusatorio.
Il calendario – da quanto si è appreso – prevede la discussione per ognuna delle udienze, fissate almeno fino a giugno, di una decina di posizioni delle 79 per cui la pm Alessandra Cerreti ha impugnato. Complessivamente sono 154 gli indagati accusati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, detenzione illegale di armi, estorsioni, traffico di droga, reati fiscali, intestazioni fittizie e riciclaggio.
Nello specifico gli inquirenti avevano indagato sulla presenza nel capoluogo lombardo di una federazione di mafie (Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra romana) sostenuta da una struttura unitaria in grado di far convergere interessi comuni, di attuare azioni di mutuo soccorso e di fungere da centro di risoluzione dei conflitti tra gli affiliati. Questa federazione organizzava summit, decideva strategie, estorsioni, azioni intimidatorie, omicidi, esercitava forti influenze sulle gare d’appalto e gestiva il traffico di stupefacenti.
L’avvio delle attività si è sostanziato inizialmente nel monitoraggio della locale di ‘Ndrangheta di Legnano – Lonate Pozzolo ed in particolare del suo uomo al momento più rappresentativo Rosi Massimo, e nel monitoraggio del circuito relazionale di Cantarella Gaetano.
Il gip aveva accolto solo undici richieste di arresto su 154 avanzate dalla Direzione distrettuale antimafia coordinata dall’aggiunto Alessandra Dolci. Tuttavia “Il Fatto Quotidiano” aveva reso noto che gran parte dei contenuti dell’ordinanza sarebbero stati copiati dal Gip da testi dell’avvocato Salvatore Del Giudice che si occupa, leggendo dal suo sito, di reati contro la persona, contro il patrimonio, contro la Pa.
Un colpo durissimo che ha sconfessato il lavoro titanico dei pubblici ministeri: il gip aveva scritto che non vi è prova “dell’esistenza del vincolo associativo tra tutti i sodali rispetto al sodalizio consortile” e “dell’esternazione del metodo mafioso che deve caratterizzare l’unione tra persone e beni”. Per il gip non esisterebbe la struttura unitaria ma piuttosto la sola presenza di “un sistema criminale più ampio” composto da “contatti tra alcuni appartenenti alle singole componenti criminali, per lo più basati su specifiche conoscenze personali”.
Inoltre, sempre nel documento si legge che il giudice per le indagini preliminari non “condivide a monte ogni aspetto riguardante la supposta esistenza di un accordo stabile e duraturo tra le diverse componenti calabrese, siciliana e romana, ai quali l’odierno decidente ritiene di non poter aderire”.
Frasi che riportano indietro l’orologio della storia, cioè prima della maxi indagine Crimine – Infinito con la quale si è dimostrata l’unitarietà della ‘Ndrangheta ed è stato provato con sentenza irrevocabile che la Lombardia è la seconda regione italiana per densità di ‘Ndrangheta dopo la Calabria.
Fonte: Antimafia Duemila
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