«Invece di attaccare i giornalisti, la premier faccia una legge moderna sul conflitto di interessi»
Intervista della segretaria generale Fnsi a Repubblica. «La cosa più sacra dei giornalisti è la reputazione ed è monetizzabile, nel senso che i lettori se si fidano ti comprano. Una campagna di delegittimazione – dice, fra l’altro – colpisce direttamente i colleghi, non l’editore».
«La cosa più sacra dei giornalisti è la reputazione ed è monetizzabile, nel senso che i lettori se si fidano ti comprano. Una campagna di delegittimazione ad opera della premier colpisce direttamente i giornalisti e non l’editore, che peraltro ha altri cespiti. Questo significa perdere posti di lavoro». Lo spiega Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, in un’intervista al quotidiano Repubblica, venerdì 26 gennaio 2024.
«La qualità della libertà di stampa è centrale per una democrazia. Non so se sta a cuore al governo, però: con il Media Freedom Act della Ue l’Italia fino all’ultimo sta cercando di utilizzare dei varchi per controllare i giornalisti, spiandoli quindi in determinati casi, con la scusa della sicurezza nazionale», aggiunge Costante, che quindi indica le difficoltà del settore dell’informazione in un Paese, l’Italia, dove «la stampa dovrebbe essere libera, ma i giornalisti lo sono sempre meno», tra crisi industriale, precariato selvaggio, attacchi da parte della politica.
«L’informazione è un’industria che soggiace a regole economiche, ma non solo. L’esecutivo, ad esempio non prorogando la pubblicità legale sui giornali, può di fatto togliere 120-130 milioni euro ad un settore già in crisi. Lo stesso è la decisione di non rifinanziare il fondo straordinario per l’editoria, altri 140 milioni in meno», spiega ancora.
«Siamo una categoria più povera e precarizzata. Il problema è che un giornalista non indipendente, anche economicamente, non è davvero libero. Vale per giudici, parlamentari e giornalisti, che però ora sono una categoria per l’appunto povera, salvo una minoranza», incalza la segretaria generale Fnsi, che in chiusura torna sul nodo del conflitto di interessi: «Lo abbiamo da 30 anni. Meloni faccia una legge europea e moderna sulle concentrazioni editoriali. Ha le leve del potere, le utilizzi».
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