Minacce alla libertà dei media nel 2023, altro allarme della Commissione europea. Il “caso Italia”
Ci sono aggiornamenti su alcuni dei maggiori sviluppi e minacce alla libertà dei media e al pluralismo negli Stati membri dell’Unione europea nel corso del 2023 sono stati presentati al rapporto annuale sullo stato di diritto della Commissione europea dalle organizzazioni partner di Media Freedom Rapid Response (MFRR) .
Il 15 gennaio 2024, i partner del consorzio MFRR Free Press Unlimited (FPU), International Press Institute (IPI) e l’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBCT) hanno presentato osservazioni dettagliate al rapporto sul tema della libertà e del pluralismo dei media in Ungheria, Grecia, Italia , Paesi Bassi e Repubblica Ceca.
Le comunicazioni congiunte e individuali forniscono informazioni sui principali sviluppi nel panorama della libertà dei media in ciascun paese e valutano i progressi – o la mancanza di progressi – compiuti sulle raccomandazioni della Commissione europea a ciascuno stato nel rapporto 2023. Si basano sul lavoro di sostegno e monitoraggio svolto dai partner MFRR durante tutto l’anno.
Le principali questioni relative allo stato di diritto esaminate nelle informazioni presentate includevano l’approvazione della recente legge sulla protezione della sovranità da parte del governo di Victor Orbán in Ungheria, per la quale i partner di MFRR hanno chiesto una procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Il documento sull’Ungheria descrive inoltre nel dettaglio la grande ondata di attacchi informatici contro organi di informazione critici e indipendenti nel 2023.
Per quanto riguarda l’Italia il rapporto fornisce dettagli su diversi attacchi al giornalismo indipendente da parte della coalizione di governo di estrema destra del primo ministro Giorgia Meloni nel corso del 2023. Tra gli indicatori identificati come segnali di deterioramento dello stato di diritto in Italia figura un forte aumento delle cause legali vessatorie intentate contro la stampa da parte dei principali ministri del governo; un allarmante disegno di legge sulla diffamazione presentato dalla coalizione di governo che rischia di produrre un effetto dissuasivo sulla libertà di stampa; un disegno di legge che vieta la pubblicazione delle trascrizioni degli ordini di custodia cautelare, che rischia di limitare gravemente la rendicontazione dei tribunali; e la crescente pressione politica sull’emittente pubblica RAI.
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