Bongiorno, l’avvocata equilibrista della parola
Il reato di abuso d’ufficio difende il cittadino dalle angherie dei detentori del potere pubblico. Questa difesa è stata spazzata via, completamente abrogata, dalla maggioranza di destra-centro.
Il contrasto con la normativa europea è evidente, tanto che Giulia Buongiorno, presidente della Commissione giustizia in Senato, ha messo a verbale – in buon “giuridichese” poco accessibile ai più – la possibilità di nuove norme in forza di eventuali indicazioni europee. Dimenticando che intanto l’abrogazione del reato travolgerà subito tutti i processi in corso.
Quindi, un esercizio di parole che non combaciano con la realtà. Una tecnica che ci riporta alle parole ”Assolto! Assolto! Assolto!” urlate a piena gola in un telefonino dall’avv.to Giulia Buongiorno nell’atto di comunicare al suo cliente (Giulio Andreotti) l’esito di un processo.
Sebbene il presidente della corte d’appello di Palermo avesse letto in pubblica udienza, pochi attimi prima, un dispositivo semplice e breve che testualmente dichiarava ”commesso” fino alla primavera del 1980, ma prescritto, il reato di associazione a delinquere con Cosa nostra ascritto all’imputato.
Ora, la funzione “partigiana” dell’avvocato difensore rispetto agli interessi del cliente è comprensibile, ma nel caso della norma sull’abuso d’ufficio cliente è il cittadino, titolare degli interessi da proteggere.
E in questo caso gli equilibrismi con le parole, oscurando un’importante verità, non sono proprio il massimo…
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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