Scusate il disturbo
Omer e Omar “Siamo qui, insieme a Yahel, Kfir, Wadea, Rania, Kenan… tutti dallo stesso lato. Perché qui, nella nostra isola, non ci sono confini, né filo spinato. Ricominceremo da qui. Insieme”
“Mi chiamo Fortuna, un orco mi ha scaraventato dall’ottavo piano. Avevo sei anni”.
“Sono Claudio, ho dieci anni. Non sapevo cosa fosse la mafia… il medico mi ha messo un grande cerotto in mezzo agli occhi. Per coprire il buco del proiettile”.
“Sono kr16/mo. È il codice identificativo che mi hanno dato a Cutro. Sta per: Crotone, cadavere numero 16, maschio, zero anni”.
Marie sperava di raggiungere… “io e mamma siamo morte abbracciate, nel deserto, al confine tra la Tunisia e la Libia, il viso affondato nella sabbia”.
Nicolaj stava per nascere… “era disperato anche il dottore… davanti alla telecamera ha detto ‘fateli vedere a Putin, questi occhi!’. Putin deve essere quello che ha buttato la bomba sull’ospedale!”
Sono alcune delle storie che arrivano dall’ “isola dei bambini perduti”. Un’isola dove ci sono stelle, fiori, colori e bambini. E una guida d’eccezione: Thiago, un bimbo mai nato.
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