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Elezioni europee: specchietti per le allodole?

Rocco Artifoni il . Costituzione, Cultura, Diritti, Istituzioni, Politica, Società

A sentire il dibattito sulle candidature alle prossime elezioni europee dei principali esponenti dei partiti politici italiani, il pensiero corre alla vicenda storica di Lucio Quinzio Cincinnato (console romano nel 460 a.c.) o in tempi più recenti alla sobrietà politica di Pepe Mujica (presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015).

In realtà non sono paragonabili, tant’è ampia la differenza di stile e di scelte coerenti. Resta quindi una discussione surreale, se ad esempio chi presiede l’attuale Governo possa o debba candidarsi per il parlamento europeo, pur sapendo che in caso di elezione rinuncerebbe immediatamente al seggio.

Un tempo si cercava di distinguere tra politica come potere oppure come servizio. Oggi la politica è soltanto un servizio al potere. E il potere tende sempre ad abusare di sè stesso, di accrescersi incondizionatamente.

Candidarsi per finta, soltanto per verificare il proprio consenso (leggi: potere), è palesemente insensato, una truffa a danno dei votanti, una presa in giro degli elettori e degli altri candidati. Eppure si continua a pensare che sia possibile, che non esistano limiti al potere della politica, senza etica e senza vergogna.

Tutte questioni note. Si può constatare che la politica è diventata sempre più privilegio, per cui ogni poltrona da occupare è valida o può apparire tale.

Il vero problema, però, sta negli elettori. Perché se chi va a votare, evitasse di dare la preferenza ai falsi candidati, questi inganni finirebbe subito. Invece, si continua, poiché si vota un leader politico a prescindere che sia competente, senza valutare se sia adatto a quel seggio, ignorando l’eventuale conflitto di interessi, senza tener conto del ruolo già ricoperto e del potere già acquisito.

In epoca passate si poteva dire che certe candidature fossero soltanto “specchietti per allodole”. Oggi, purtroppo, dobbiamo ammettere che le allodole amano gli specchietti, pur sapendo che si tratta di un’illusione.

Certo, ci avevano avvertito. Nicolò Machiavelli, sostenendo che “governare è far credere”. Georges Bernanos, scrivendo che “le elezioni favoriscono i chiacchieroni”. Benedetto Croce, dicendo che “abbiamo solo bisogno di più gente onesta”. Resta il fatto che non abbiamo imparato nulla e di conseguenza imbonitori e imbroglioni hanno una prateria davanti a sé.

Oggi avremmo bisogno di una scossa etica, di una rivoluzione delle coscienze, di una cultura che ci aiuti ad evadere dall’ignoranza e dall’inganno. Per questo servirebbero profeti e maestri, che diano l’esempio in prima persona e ci indichino la via. Con l’impegno di ciascuno a cercare di seguirli al di là del proprio interesse.

Aveva ragione Sandro Pertini: “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”.

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