È sempre il Messico il cimitero dei giornalisti, ma altrove non va meglio. Il rapporto 2023 di RSF
Sono numeri da brividi quelli del nuovo rapporto di Reporter Senza Frontiere (RSF).
La condizione dei giornalisti è drammatica anche se si registra qualche lieve miglioramento. Nel 2023 sono stati uccisi 45 giornalisti tra professionisti, non professionisti e operatori dei media, 54 sono invece tenuti in ostaggio, di 84 non si hanno più notizie e 521 si trovano attualmente in carcere. Cifre in costante calo rispetto ai massimi raggiunti nel 2012 a causa delle guerre in Iraq e Siria, ma restano ugualmente preoccupanti se si considera ogni singola storia e anche la situazione che si delinea in determinati paesi, buchi neri per l’informazione e per chi la difende.
RSF compie questo censimento dal 1995, i dati sulle violenze riguardano il periodo tra il 1° gennaio e il 1° dicembre di ogni anno e viene presa in considerazione la sorte dei giornalisti solo se diretta conseguenza del loro lavoro.
Per la prima volta in cinque anni, nel 2023 sono stati uccisi più giornalisti in zone di guerra che in quelle di pace (23 e 22). Tra i 45 giornalisti uccisi quest’anno (16 in meno rispetto al 2022) 17 hanno perso la vita nella guerra tra Israele e Hamas. Altre uccisioni si sono verificate in Camerun, Mali, Sudan, Siria e Ucraina.
A Gaza sono morti in 13, in Israele uno e in Libano tre. Fino al 1° dicembre, in questo conflitto, hanno perso la vita complessivamente 63 giornalisti (di cui 56 a Gaza) se si include anche chi è stato ucciso in circostanze non strettamente collegate al proprio lavoro.
Ma i giornalisti muoiono anche dove non c’è alcuna guerra “ufficiale”. Il Messico ha record mondiale di giornalisti uccisi negli ultimi cinque anni. Nel 2023 ne sono morti quattro, indagavano tutti sulla criminalità organizzata. Gerardo Torres Rentería (direttore di Agencia Red Noticias) e Nelson Matus Peña (direttore di Lo Real de Guerrero) sono morti ad Acapulco l’11 maggio e il 15 luglio scorsi. Il corrispondente di La Jornada Luis Martín Sánchez è stato trovato senza vita nello stato di Nayarit l’8 luglio. Marco Aurelio Ramírez Hernández, editorialista di Radio Stereo Luz FM, è stato assassinato il 23 maggio.
Critica anche la situazione del Bangladesh, dove i giornalisti assassinati nel 2023 sono stati tre: il corrispondente del Daily Monitor e un giornalista del quotidiano locale Brahmanbaria Patrika sono stati accoltellati a morte il 9 gennaio scorso. Il corrispondente di Banglanews24 Golam Rabbani Nadeem è stato ucciso il 15 luglio dopo aver pubblicato una serie di articoli sullo scandalo matrimoniale di un funzionario locale. Una fotografa del quotidiano Alor Jagat, Mossamat Sahara, è stata investita il 20 settembre mentre lavorava a un caso di contrabbando in cui potrebbero essere coinvolti potentati locali.
È poi c’è il dato degli scomparsi: tra gli 84 giornalisti che risultano scomparsi, più di un terzo sono messicani. Tra i restanti, due sono palestinesi, scomparsi il primo giorno di guerra tra Israele e Hamas, e una è la russa Victoria Roshchyna, giornalista freelance di 26 anni scomparsa il 3 agosto 2023 mentre lavorava a un reportage dai territori occupati illegalmente in Ucraina. Secondo il Servizio di sicurezza ucraino è stata catturata dalle forze di occupazione russe.
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