“Questo è davvero il massimo che si può fare per Gaza?”
Dopo 76 giorni dall’inizio della guerra tra l’esercito di Israele e i gruppi armati palestinesi, la situazione è sempre più drammatica. Sarebbero oltre 20.000 i palestinesi uccisi dai bombardamenti delle forze militari israeliane, di cui oltre il 70% donne e bambini.
Di fronte a una delle più gravi crisi dei diritti umani degli ultimi anni, la comunità internazionale resta vittima di logiche disumane.
Il voto per un cessate il fuoco al Consiglio di sicurezza dell’Onu continua a essere rimandato per tentare di evitare un nuovo veto statunitense. La voce della società civile, invece, resta più forte e viva che mai. Sono centinaia le organizzazioni che, insieme alla nostra, continuano a scendere in piazza per chiedere un immediato cessate il fuoco. Unisciti a noi.
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Nessun luogo è sicuro
Tutta la popolazione di Gaza è stata costretta a spostarsi. Gli attacchi gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili come le chiese dimostrano un chiaro intento, da parte delle forze israeliane, di colpire i civili.
Praticamente a Gaza in questo momento non c’è alcun luogo sicuro dove rifugiarsi.
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L’informazione presa di mira
Anche chi vuole raccontare cosa sta succedendo è diventato un bersaglio. Dal 7 ottobre i giornalisti uccisi a Gaza, in Israele e in Libano sono almeno 86.
Alcuni attacchi contro i giornalisti sono stati mirati.
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L’importanza di continuare a denunciare
In un contesto così complesso, è cruciale continuare a denunciare le violazioni dei diritti umani a Gaza e in tutta l’area. Grazie al tuo sostegno potremo indagare i crimini di guerra e fornire alle vittime un supporto internazionale.
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Una narrazione parziale
Dal 7 ottobre la narrazione dominante su quanto sta accadendo nei Territori palestinesi occupati e in Israele si basa su doppi standard, faziosità e definizioni prive di riferimenti giuridici. Per rimettere al centro il vocabolario delle regole di guerra, del diritto internazionale e della giustizia abbiamo organizzato un dibattito online con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nel territorio palestinese occupato dal 1967 e il nostro portavoce Riccardo Noury con la moderazione di Gaja Pellegrini-Bettoli, giornalista esperta di Medio Oriente.
Rivedi la diretta.
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