Vegliare come i pastori la notte di Natale
È stato un anno difficile in tema di rifugiati: le guerre sembrano non arrestare il loro incedere fragoroso e devastante, che miete vittime soprattutto tra i civili e genera milioni di sfollati.
La disumana barbarie dei respingimenti, diretti o indiretti, per terra o per mare, sembra ormai lasciare quasi tutti indifferenti, nella speranza che questo atteggiamento possa dissuadere dalle partenze. Le nuove pratiche di “deportazione” legale sembrano sempre più farsi strada nelle poco lungimiranti politiche degli Stati nazionali.
La Cop 28 ha dimostrato che il clima non è ancora percepito, fino in fondo, come elemento condizionante il nostro futuro. A riguardo prevalgono ancora troppi interessi di parte, ma numeri sempre più grandi sono quelli degli sfollati per i cambiamenti climatici.
In questa notte, nel buio del nostro tempo, occorre vegliare come i pastori la notte di Natale. In questa notte occorre non perdere la speranza che la Luce possa rifulgere perché, ora come allora, possa risuonare il canto degli angeli: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra all’umanità che egli ama.
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