CASE Italia esprime solidarietà a Greenpeace Italia e Recommon, bersaglio di intimidazione legale da parte di Eni
OBCT si unisce a CASE Italia e CASE per esprimere la propria solidarietà a Greenpeace Italia e ReCommon, condannando l’annunciata richiesta di risarcimento danni per diffamazione da parte di Eni.
La rete CASE Italia, il gruppo di lavoro italiano contro le azioni legali vessatorie, affiancata dalla Coalition Against SLAPPs in Europe (CASE), desidera manifestare la propria solidarietà alle associazioni ambientaliste Greenpeace Italia e ReCommon, condannando fermamente la possibile richiesta di risarcimento danni per diffamazione in seguito alla mediazione avanzata dal colosso petrolifero Eni lo scorso 26 luglio e rifiutata dalle associazioni poiché colpisce la libertà di espressione.
L’annunciata richiesta di risarcimento danni è giunta poche settimane dopo il lancio della campagna “La giusta causa” il 9 maggio 202 , attraverso la quale Greenpeace Italia e ReCommon hanno citato Eni davanti al Tribunale di Roma per “i danni subiti e futuri, derivanti dai cambiamenti climatici, a cui Eni ha contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni, continuando a investire nei combustibili fossili”, citazione che vedrà la prima udienza il 16 febbraio 2024.
La rete CASE Italia denuncia l’azione legale di Eni come un atto di intimidazione ingiustificato nei confronti di Greenpeace Italia e ReCommon, che si dedicano a questioni di primario interesse pubblico, come il cambiamento climatico attraverso ricerche, inchieste e campagne di sensibilizzazione.
Eni non è l’unico attore ad aver fatto uso di SLAPP: Solo nel 2022, in Europa, sono state intentate 161 cause legali vessatorie, con l’Italia che ha registrato la maggiore incidenza di azioni giudiziarie vessatorie, rappresentando il 25,5% dei casi totali analizzati nell’ultimo anno, secondo uno studio del Parlamento europeo.
Negli ultimi anni, Eni è diventata un querelante seriale contro giornalisti, attivisti, whistleblower e testimoni in tribunale. Questo comportamento, che include, tra le altre, azioni legali contro il giornale Il Fatto Quotidiano, Rai e Report, nonché minacce di querela contro la testata Domani, è una tendenza preoccupante.
L’intimidazione legale di Eni verso Greenpeace Italia e ReCommon riflette la strategia delle azioni legali vessatorie, il cui obiettivo principale è intimidire, esaurire risorse e inibire voci critiche. Le organizzazioni CASE Italia e CASE condannano questa pressione legale come atto ingiustificato di intimidazione e invitano Eni a rinunciare alle minacce legali e a evitare futuri casi bavaglio.
Le organizzazioni chiedono inoltre al Parlamento italiano di adottare una legge che protegga giornalisti, attivisti, whistleblower e cittadini da azioni temerarie, garantendo la libertà di espressione e la partecipazione pubblica alla vita democratica del paese.
Firmato
Per CASE Italia:
Amnesty International Italia
ARTICLE 19 Europe
Articolo 21
Environmental Paper Network
Rete No Bavaglio
The Good Lobby Italia
Altri firmatari:
Legal Human Academy
Foundation Atelier for Community Transformation- ACT
Frente Cívica, Portugal
Civic Initiatives
Xnet, Institute for Democratic Digitalisation
Corporate Europe Observatory
Transnational Institute (TNI)
Agent Green Association
Corporate Europe Observatory
Centrum pro Média, Ekologii a Demokracii, CZ
Deník Referendum CZ
LobbyControl
Observatoire des multinationales
Novact, International Institute for Nonviolence
Suds – Associació internacional de solidaritat i cooperació
MultiWatch, Switzerland
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