Suor Smerilli su Cop28 a Rights Now: le guerre sottraggono risorse per contrastare la crisi climatica in un circolo vizioso
Suor Alessandra Smerilli commenta i risultati di COP28 a Rights Now, la trasmissione di Fondazione Diritti Umani, in onda ogni lunedì su Radio Popolare.
Economista di formazione, Suor Alessandra Smerilli è Segretario del Dicastero del Vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, e interpreta così le conclusioni dell’ultima conferenza mondiale sul clima: «È la prima volta che con chiarezza si fa riferimento al tema dei combustibili fossili e si incoraggia una transizione che vada verso la fine di una certa era di sfruttamento delle risorse naturali. Non tutti sono contenti, qualcuno avrebbe voluto un po’ più di coraggio ma, d’altra parte, c’erano anche posizioni che avrebbero voluto evitare qualsiasi riferimento a tutto questo: credo che possiamo dirci soddisfatti. Sapendo che comunque un accordo non può vivere di vita propria ma deve vivere attraverso le azioni e le decisioni dei diversi Stati».
Abbiamo chiesto a Suor Smerilli se sulle conclusioni di COP28 hanno pesato anche le guerre in corso. «Quando ci sono situazioni di conflitto in corso – e stanno aumentando – questo va ad influenzare i prezzi delle materie prime, dell’energia, dirotta risorse. Tutto questo influenza il cammino deciso verso un’azione decisa di contrasto ai cambiamenti climatici e ci vuole molta più convinzione nel portare avanti determinate politiche».
Si rischia un perverso corto circuito: «bisognerebbe comprendere – dice a Rights Now Suor Smerilli – che se non si mette mano con decisione ad azioni che contrastano i cambiamenti climatici, ad azioni di mitigazione e adattamento, tutto questo favorisce l’aumento dei conflitti. Perché quando le persone non riescono a mangiare, quando le persone non riescono a sopravvivere perché cominciano a vivere in territori desertici – e sta accadendo in tante parti del mondo – tutto questo aumenta i conflitti e quindi diventa un circolo vizioso».
Un’ultima domanda a Suor Smerilli sulla crisi che le grandi istituzioni sovranazionali stanno vivendo: «tutti sentono questa crisi del multilateralismo, ma molti si stanno anche chiedendo come dare attenzione alle istanze di chi soffre di più, come ha chiesto lo stesso Papa Francesco».
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