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La criminalità del narcotraffico infiltrata nei porti europei ed africani

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga, Forze dell'Ordine, Mafie, SIcurezza

Le recentissime operazioni antidroga effettuate, in Spagna, con il sequestro nei porti di Vigo e Valencia di 11 tonnellate di cocaina nascoste in casse di tonno congelato, e in Portogallo, con altre 4,4 ton. mimetizzate in un carico di banane ed entrate nel Paese dal porto di Setubal, ripropongono il tema delle spedizioni via mare di questa droga che si sono infittite sempre di più.

Anche il sequestro di 195 ton. di cocaina effettuato nell’ultimo mese e mezzo in diverse operazioni dalla Marina militare colombiana, conferma come il mare sia sempre  l’“autostrada” privilegiata per il trasferimento di questa droga.

I porti, si sa, sono luoghi per la loro stessa natura abbastanza vulnerabili in quanto spazi aperti e lo sanno bene i narcotrafficanti che gestiscono le grandi spedizioni di cocaina occultate nei container trasportati da navi provenienti dai paesi sudamericani e diretti, in buona parte, nei principali porti europei e, più recentemente, anche in quelli africani.

I container che vengono ispezionati nei porti UE sono soltanto il 10% circa dei 98milioni che mediamente vengono sbarcati ogni anno e che rappresentano circa il 25% del totale di 3,5bilioni di tonnellate di merci del commercio globale.

Un volume di merci che vede, stando al report di analisi (24 pagine) redatto da Europol nel marzo scorso (“Criminal networks in EU ports”), il porto di Rotterdam in cima alla classifica con 13,4 milioni di tonnellate di merci in container sbarcate, seguito da Anversa con 12 ton, Amburgo con 8,8 ton per arrivare al porto di Gioia Tauro (quello, per intenderci, privilegiato da molti anni dalla mafia calabrese) con 3,4 milioni di ton, Genova con 2,7 milioni di  ton, La Spezia con 1,3 milioni di ton.

Già dal 2018, nei porti di Anversa e di Rotterdam, venne scoperta la modalità con cui la criminalità del narcotraffico riusciva a sottrarre i carichi di cocaina contenuti nei container che consisteva essenzialmente nell’utilizzare il PIN codice, avuto corrompendo il personale addetto alle spedizioni, che ogni compagnia di trasporto marittimo assegnava riservatamente, dopo il pagamento del servizio da parte del cliente, al singolo container e che consentiva al destinatario il ritiro nel porto di destinazione.

Nonostante questi sistemi le forze di polizia nei porti dell’UE hanno intercettato nel 2022 ben 303 ton di cocaina rispetto ad una produzione stimata annua di oltre 2mila ton. in aumento nel 2023 sulla scorta dell’incremento delle coltivazioni di coca in Colombia arrivate a circa 230mila ettari  alle quali sommare quelle di Perù e Bolivia, mentre sono segnalate coltivazioni anche in Honduras, Guatemala e Belize.

Significativi sequestri di cocaina, in particolare dal 2018 al 2022, si sono andati registrando anche in diversi porti africani, in Guinea, Capo Verde, Costa d’Avorio, Senegal, Ghana,Gambia per lo più occultata in container (ma anche in imbarcazioni) provenienti dal Brasile, traffico che ha visto sovente un ruolo di primo piano della criminalità nigeriana (cfr. “Global Report on Cocaine 2023” a cura dell’UNODC).

Il Sudafrica, inoltre, è diventato un importante mercato di consumo e di transito della cocaina proveniente dall’America Latina e destinata verso l’Asia orientale, l’Australia e la Nuova Zelanda (in questi ultimi due paesi il prezzo per la cocaina è il più alto al mondo superando i 200 dollari al grammo, come segnala l’esperto italiano per la sicurezza distaccato a Pretoria).

Buona parte delle 22 ton. di cocaina sequestrate nel corso del 2022 (oltre 15 ton. nel 2023) sono giunte nel Paese a bordo di container nel porto di Durban (dove operano gruppi criminali nigeriani e pakistani) provenienti da quello di Santos in Brasile.

In Italia, infine, il record dei sequestri di cocaina si è avuto nel 2022 con poco più di 26ton. con i maggiori quantitativi sequestrati nei porti di Gioia Tauro (circa 5,3 ton.) e in quello di Civitavecchia (1.1 ton).

Nel 2023, alla data del 30 settembre, le forze di polizia hanno intercettato oltre 18 ton. di cocaina in prevalenza nei porti di Gioia Tauro (circa 4,8ton.), di Civitavecchia (oltre 600kg), di Livorno (230kg), di Venezia (800kg), rilevando in tutti i casi la presenza di esponenti della mafia calabrese e di quella albanese.

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