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Contagiamoci di cultura presenta “Il gioco d’azzardo, lo Stato e le mafie”

Avviso Pubblico/Donzelli Editore il . Recensioni

Rocco Sciarrone racconta il mercato dell’azzardo in Italia.

Sul tavolo delle scommesse gli italiani puntano oltre centotrenta miliardi di euro. A tanto è arrivato il mercato dell’azzardo nel nostro Paese, che a causa di politiche di espansione e liberalizzazione, produce in realtà effetti molto preoccupanti: da una parte sulla salute, con l’aumento della dipendenza e dei costi socio-sanitari ad essa legata. Dall’altra da tempo si osserva una progressiva vulnerabilità delle persone e degli apparati istituzionali nei confronti della criminalità organizzata.

È questa la premessa della nuova puntata di #CONTAGIAMOCIDICULTURA, la rubrica di Avviso Pubblico che raccoglie alcune tra le letture più significative del fenomeno mafioso. Stavolta proviamo a capire come la sempre maggiore disponibilità dell’offerta dell’azzardo rende lo Stato esposto all’aggressività delle mafie, sempre più interessate ad entrare nel mercato legale.

Lo facciamo con Rocco Sciarrone, sociologo delle mafie all’Università di Torino, Federico Esposito e Lorenzo Picarella, rispettivamente ricercatori all’Università di Napoli Federico II e all’Università Statale di Milano, autori de “Il gioco d’azzardo, lo Stato e le mafie” (Donzelli Editore, 2023).

Una delle affermazioni più frequenti, avverte Sciarrone, è «che l’incremento dell’offerta dei giochi legali abbia costituito nel tempo un argine nei confronti del gioco illegale». Ma è davvero così? La lunga ricerca degli autori, che indaga i processi di regolazione del mercato dell’azzardo, suggerisce prospettive più complesse della sua gestione, che guardano al rapporto ambiguo tra legalità e illegalità.

«Su questi aspetti critici si registra un dibattito pubblico e politico fortemente polarizzato – si legge nella quarta di copertina – che assume spesso la forma di una contrapposizione tra proibizionisti e antiproibizionisti. In realtà, la questione della permeabilità criminale – proprio come quella relativa alla salute pubblica – solleva problemi riconducibili agli assetti istituzionali del comparto».

Nel corso del libro emerge il ruolo della liberalizzazione dell’azzardo, che pur contribuendo ad una relativa riduzione del gioco illegale, non ha però impedito alle mafie di penetrare nel sistema delle concessioni e quindi dell’azzardo legale. A sostenerlo è l’ampia documentazione, le interviste e l’analisi dei casi giudiziari che contribuiscono «a una più precisa conoscenza del rapporto tra gioco e fenomeni mafiosi per offrire proposte di policy per il dibattito pubblico in corso».


Il gioco d’azzardo, lo Stato e le mafie

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