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Perché in Albania

Area Democratica per la Giustizia il . Brevi, Diritti, Internazionale, Istituzioni, Migranti, Politica

Il Consiglio dei Ministri, smentendo le anticipazioni, ha deciso di sottoporre al Parlamento un disegno di legge per rendere operativo, con un finanziamento superiore ai 50 milioni di euro, l’accordo con l’Albania per il trattenimento di migranti soccorsi nel Mediterraneo da navi italiane.

Se è vero che i presupposti per il trattenimento e per il riconoscimento del diritto alla protezione internazionale o nazionale della persona migrante restano gli stessi che si applicherebbero se la procedura si svolgesse integralmente in Italia, resta la domanda: perché in Albania? Qual è l’utilità per la gestione dei flussi migratori della dislocazione in un Paese extra UE di una costosa e limitata fase della procedura di asilo?

Il “progress report” dell’8 novembre 2023 della Commissione europea sull’avanzamento del Paese nel percorso di adesione all’Unione europea ripete quanto affermato in modo lapidario nel rapporto del 2022 e cioè che l’Albania non ha fatto nessun progresso per consentire ai migranti l’accesso alle procedure di asilo, così come restano immutati tutti i problemi relativi alle procedure di rimpatrio. Paradossalmente sono poi in forte aumento i cittadini albanesi che chiedono rifugio in Paesi dell’Unione europea, a cominciare dall’Italia: più 65% nel 2021, per un numero totale di 11.300 persone e ancora di più, 13.100, nel 2022 (fonte Eurostat).

Inoltre, se anche si raggiungesse l’obiettivo dichiarato -ma inverosimile- di trattenere nei centri di detenzione albanesi trentamila migranti all’anno, altri 122.272 (stando ai dati parziali del Ministero dell’Interno al solo 30.11.2023) avrebbero raggiunto il territorio italiano.

Coloro che, per un destino inesorabile, finiranno nei centri di detenzione dell’Albania saranno così esposti, oltre alla privazione della libertà personale, anche al rischio concreto di violazione di diritti fondamentali riconosciuti da tutte le Carte dei diritti fondamentali, delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa, dell’Unione europea e non ultima dalla nostra Costituzione che certamente resterà a vigilare su queste persone anche fuori dal territorio nazionale: il diritto di accesso a un avvocato,  il diritto a disporre del tempo e delle condizioni necessarie a preparare le proprie difese, il diritto di accedere ad un rimedio effettivo davanti a un giudice dello Stato italiano.

Perché dunque in Albania?

Una prima risposta l’ha data la Corte Costituzionale albanese.

 Il Coordinamento nazionale di AreaDG e il Gruppo AreaDG Immigrazione

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