Femminicidi, educazione all’affettività, stereotipi: i ragazzi ci chiedono di aiutarli a orientarsi
Fondazione Diritti Umani lo ha fatto insieme a loro con il linguaggio dei podcast
Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha riacceso una discussione sul ruolo che la scuola può e deve avere nell’educare al rispetto e all’uguaglianza. Una discussione subito deragliata dalle strumentalizzazioni e dai veti politici.
Per Fondazione Diritti Umani invece è un elemento fondativo: la scuola e il Terzo Settore non si sostituiscono alle famiglie o ai “gruppi di pari”, ma possono e devono allearsi per aiutare le nuove generazioni a crescere consapevoli.
È in questa scia che si inseriscono i nuovi 5 podcast realizzati dalla Fondazione, che prendono spunto da quelli realizzati dagli studenti di alcune scuole medie superiori in tutta Italia che hanno preso parte al Festival dei Diritti Umani.
Particolarmente significativi i temi che i ragazzi e le ragazze hanno proposto; tra gli oltre 30 podcast la Fondazione Diritti Umani ne ha individuati cinque che descrivono preoccupazioni e speranze delle nuove generazioni: educazione all’affettività; carcere e messa alla prova; stereotipi e n-word; lotta alle mafie; testimonianze sulle migrazioni.
Studenti e studentesse dimostrano di essere molto aperti ad accettare le diversità, ma spaesati nel vivere la sessualità e ritengono che l’educazione all’affettività a scuola sia un loro diritto. Una richiesta che andrebbe affrontata con la serietà che richiede, e non ridotta a polemica politica.
La Fondazione Diritti Umani ha già realizzato 25 podcast di educazione ai diritti umani, nell’ambito della serie intitolata “A Scuola di Diritti Umani”.
A questo link è disponibile ascoltare liberamente il podcast dedicato all’educazione all’affettività.
Gli altri podcast, dedicati alle scuole, sono disponibili gratuitamente per i docenti che ne fanno richiesta compilando il form presente sul sito di Fondazione Diritti Umani.
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